La commissione d’inchiesta che avevamo chiesto raccogliendo le firme delle minoranze non esiste più. Al suo posto c’è una commissione fatta dall’intera maggioranza di centrodestra, quella che si vanta di non aver sbagliato nulla, e da poco altro. Dopo due sedute in cui Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia rifiutavano di votare il candidato indicato da 28 componenti su 31 delle opposizioni, il nostro Jacopo Scandella, hanno deciso di strappare e di far convergere i loro voti sulla consigliera Patrizia Baffi, di Italia Viva, che ha così raccolto il suo voto più altri 45 della maggioranza, superando la soglia necessaria di 41. Un fatto molto grave, perché, come ha detto il capogruppo Fabio Pizzul, solo nei sistemi autoritari chi governa si sceglie la minoranza.
Immediata è stata la reazione di Pd e Movimento 5 Stelle, che hanno chiesto a Baffi di non prestarsi ai giochetti della maggioranza e di dimettersi. Anche Italia Viva, con una nota ufficiale del suo coordinatore nazionale Ettore Rosato, ha chiarito di aver chiesto alla consigliera di rassegnare le dimissioni dall’incarico. Non è accaduto, anzi, Baffi ha convocato la prima riunione dell’ufficio di presidenza e ha programmato i lavori. Una mossa che ha fatto dire a Pizzul che la collega si è palesemente posta al di fuori della minoranza, e forse anche da Italia Viva.
Nella mattinata di oggi il capogruppo, con i consiglieri componenti della commissione Jacopo Scandella, Gianni Girelli e Carmela Rozza, ha inviato una lettera al presidente dell’assemblea Fermi per comunicare ufficialmente il ritiro. Ma non è un disimpegno: la prossima settimana il Pd, con i colleghi del M5S e con gli altri consiglieri di minoranza che lo ritengono, darà vita a una commissione alternativa, uno strumento aperto con cui fare quel lavoro che la commissione ufficiale non farà mai.
Qui, nel racconto dello stesso Pizzul, un racconto di com’è andata la seduta.
Qui un’intervista a Jacopo Scandella