La notizia delle irregolarità riscontrate dall’Ats di Milano al Policlinico San Donato, a proposito dell’uso di decine di posti letto accreditati a contratto con il sistema sanitario nazionale utilizzati invece per pazienti curati in regime di solvenza, è stata al centro di una comunicazione, stamattina, in consiglio regionale, dell’assessore al Welfare Gallera. La questione era stata sollevata da un’interrogazione a risposta immediata, che doveva essere trattata in mattinata, presentata dal Gruppo regionale del Pd, primo firmatario il capogruppo Fabio Pizzul, che commenta: “La Giunta ha preferito comunicare la sua posizione all’Aula, ma ha omesso di spiegare gli aspetti più importanti e dimostrato di sottovalutare il problema”.
Della vicenda aveva stupito, tra l’altro, il fatto che “un intero reparto era stato trasformato per ospitare almeno 18 miliziani libici, a seguito di un accordo fra il gruppo San Donato e alcune autorità di quel Paese – ricorda Pizzul –. Ma anche un altro piano dell’ospedale, dove dovevano esserci pazienti del Servizio sanitario nazionale, risultava occupato per la quasi totalità da pazienti non libici ricoverati sempre in regime di solvenza”.
In base alla normativa regionale in materia di accreditamento è vietato sospendere o cessare l’attività accreditata a contratto (Ssn) senza una preventiva autorizzazione della Ats competente. Per questo il Pd chiedeva spiegazioni e l’assessore ne ha dato conto in apertura di seduta d’Aula nella modalità ‘Comunicazioni della Giunta’.
Tuttavia, per Pizzul e il Pd la risposta è stata “del tutto insoddisfacente: l’assessore pare non aver colto la gravità del problema, ha solo relazionato su come sono andate le cose, prendendo atto, tra l’altro, che c’è una deregulation di alcune strutture private accreditate e che la Regione si limita a controlli formali a posteriori”.
Al di là del caso dei miliziani libici, per i dem “Gallera ha omesso di dire che uno dei due reparti trasformati era occupato da cittadini italiani che nulla c’entrano con interventi di tipo umanitario. Ha omesso di dire che questa è la palese dimostrazione di una prassi scorretta che privilegia i pazienti a pagamento. Ha omesso di dire se nelle altre strutture sono state trovate situazioni analoghe. Non è con le omissioni che si risolve il problema dei controlli che vengono fatti solo sulle segnalazioni. Insomma, c’è una evidente superficialità e il sospetto che manchi la volontà di affrontare il problema è più che concreto. La discussione si sposta ora in Commissione Sanità e mi auguro che in quella sede la Giunta abbia un atteggiamento più concreto e responsabile”, conclude il capogruppo.
Milano, 4 febbraio 2020