Pierfrancesco Majorino e Carlo Borghetti sulla situazione delle Case di comunità in Lombardia
MAJORINO E BORGHETTI (PD): CASE DI COMUNITÀ IN LOMBARDIA, IL 96% O NON C’È O NON HA TUTTI I SERVIZI RICHIESTI, SERVE UN PIANO STRAORDINARIO
Oggi in Lombardia solo otto case di comunità sono aperte e in regola con quanto prevede il ministero. Il 96% delle 216 previste dalla Regione o non c’è ancora o non ha tutti i servizi richiesti dal decreto ministeriale 77 del 2022. In particolare, nove su dieci non hanno la copertura prevista di medici di medicina generale e di infermieri. Un terzo di quelle programmate non ha nemmeno aperto i battenti, è ancora sulla carta. È questo il quadro emerso dall’operazione verità che il gruppo regionale del Partito Democratico ha condotto negli ultimi mesi sul reale stato di fatto delle case di comunità in Lombardia, analizzando i dati raccolti attraverso 140 accessi agli atti alla direzione generale welfare della Regione Lombardia, con richiesta di avere tutti i dettagli necessari a rilevare non solo il tasso di apertura ma anche di servizi effettivamente disponibili e per quante ore settimanali. I dati più allarmanti sono in città metropolitana di Milano e in provincia di Brescia, dove sono aperti solo poco più della metà dei presidi previsti, rispettivamente il 57 e il 52%.
Ma non è solo un problema di apertura, anche di servizi effettivamente attivi. Perché nel 40% delle case di comunità già aperte mancano totalmente i medici di medicina generale, che invece dovrebbero esserci sette giorni su sette, 24 ore su 24. Nel 45% non c’è alcun servizio di diagnostica, nel 31% non c’è integrazione con i servizi sociali e nel 30% manca il punto prelievi.
👉I dettagli all’interno della nota allegata.
“In Lombardia siamo di fronte ad un grande fallimento da parte della giunta Fontana, quello riguardante le case di comunità – dichiara Pierfrancesco Majorino, capogruppo Pd in Regione -. Solo il 4% delle case di comunità originariamente previste, che erano 216, ha i requisiti a posto e nelle condizioni di operare effettivamente. In nove casi su 10 mancano i medici e gli infermieri di cui avremmo bisogno e che erano previsti dal decreto. E poi siamo di fronte al fatto che il 34% di case di comunità proprio non esiste. Abbiamo fatto un’operazione trasparenza, perché questi numeri la giunta non li dà mai e noi li abbiamo ottenuti attraverso una serie corposa di accessi agli atti. C’è bisogno di un piano di riprogettazione, di ridefinizione degli impegni presi di fronte ai cittadini. Abbiamo bisogno di una medicina territoriale più vicina ai cittadini lombardi, altrimenti l’unica cosa che cresce in questa situazione sono i bilanci dei grandi gruppi della sanità privata, che si arricchiscono dietro le liste d’attesa”.
Aggiunge Carlo Borghetti, capo delegazione Pd in commissione sanità del Consiglio regionale: “La scadenza del giugno 2026 non sarà raggiunta da Regione Lombardia. Il programma che la giunta Fontana nel 2022 aveva mandato a Roma per realizzare le case di Comunità non sarà rispettato. Ormai i numeri parlano chiaro, non lo dice il Pd. Questo è l’ennesimo scarto tra le promesse e quello che la Regione fa. La cosa grave è che si perderanno anche dei soldi, perché il decreto ministeriale indica con precisione quali servizi debbano essere attivi e noi abbiamo scoperto che i buchi sono enormi. Le province che sono messo peggio nella realizzazione delle case di comunità sono Milano e Brescia, dove siamo grosso modo a metà delle case realizzate. Ma la cosa preoccupante è che quelle che sono aperte non rispettano i requisiti, o li rispettano in modo solo formale, perché magari effettuano alcuni esami diagnostici, solo per due ore alla settimana, e la stessa cosa vale per i punti prelievo, che laddove sono aperti, spesso lo sono per pochi giorni la settimana”.
Milano, 14 luglio 2025
▶️Videodichiarazione di Majorino