Carceri-Pizzul (Pd): “900 mila euro bloccati perché la Regione non se ne vuole occupare”
La Lombardia vuole rifiutare 900 mila euro provenienti dallo Stato che provengono dalla Cassa delle ammende, l’ente titolare dei programmi di reinserimento socio-lavorativo dei detenuti o delle persone sottoposte alle misure alternative e sovrintende ai programmi di servizio pubblico per la tutela delle persone offese, come la giustizia riparativa e la mediazione penale. La cifra in questione potrebbe essere utilizzata, in questo periodo di emergenza, per offrire soluzioni abitative e assistenza a coloro che escono dal carcere. Ma Regione Lombardia non pare voglia occuparsene. “Può sembrare una follia – afferma il capogruppo del Pd in consiglio regionale, Fabio Pizzul – ma credo si tratti di una precisa scelta da parte dell’amministrazione regionale”.
In questo caso i fondi potrebbero venire utilizzati direttamente dal Provveditorato regionale alle carceri, ma se la Regione non si muove, tutto rimane bloccato.
“Il paradosso – continua Pizzul – è che il Provveditorato, a quanto hanno spiegato ieri alcuni tecnici della Giunta regionale alla Commissione carceri, utilizzerebbe quei fondi per progetti gestiti da realtà del Terzo settore che già operano in collaborazione con la Regione. In sostanza la Regione tiene bloccati dei fondi, sostenendo di non riuscire a spenderli, mentre l’amministrazione penitenziaria li spenderebbe subito per sostenere progetti già in atto con Regione Lombardia. Un paradosso”.
Unico effetto di questa strana partita è che i fondi sono, al momento, bloccati.
“L’impressione- sottolinea Pizzul- è che Regione Lombardia non voglia passare per chi aiuta i detenuti che si avviano faticosamente verso la libertà, perché questa azione non sarebbe compatibile con quanto la Lega (e non solo) sta predicando riguardo le carceri. Ricordo, peraltro, che la Regione sta già utilizzando 1,3 milioni di euro messi a disposizione da Cassa Ammende per il 2020. Questo rende ancora più paradossale l’intera faccenda, perché l’unica motivazione possibile sarebbe, a questo punto, l’incapacità della Regione di spendere i nuovi fondi a disposizione. Un esempio di come l’autonomia possa diventare un problema e un’occasione per complicare le cose anziché permettere di gestirle in modo efficiente. Mi auguro che la vicenda si sblocchi al più presto e che i fondi di Cassa Ammende possano venire utilizzati nel migliore dei modi anche in Lombardia”.
Milano, 22 maggio 2020