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La giunta leghista non fa marcia indietro,  si ostina a discriminare chi vive in Lombardia e ricorre in Cassazione contro la sentenza della Corte d’appello di Milano. Ad annunciarlo, oggi in aula,  rispondendo a un’interrogazione presentata  dal gruppo del PD, è stata l’assessore alle Politiche per la famiglia Silvia Piani.

La Corte d’Appello di Milano – spiega la prima firmataria, Paola Bocci –  il 27 febbraio scorso, ha dichiarato discriminatoria  la delibera del 2015 che stabiliva che per accedere al bonus bebè era necessario  per entrambi i genitori essere residenti in Lombardia da almeno cinque anni consecutivi.   Un  provvedimento evidentemente discriminatorio,  in palese contrasto con i dettami dalla Corte costituzionale, che la maggioranza leghista però si ostina  a  sostenere in nome   di un’ideologia che  considera lombardi solo alcuni e ignora invece i tantissimi che,  provenendo da altre regioni o da altri Paesi, contribuiscono in modo altrettanto significativo alla  sua crescita e hanno gli stessi diritti.   Il ricorso in Cassazione della Regione è uno schiaffo a tutti loro.  Tanta ostinazione  dimostra ancora una volta come la giunta leghista  governi in uno stato di campagna elettorale permanente, basata su pochi slogan populisti,   che ignora persino il buon senso e ha effetti negativi su tutti  quelli che vivono in Lombardia”.

“L’ostinazione della Regione, con la sentenza della Corte che ha ordinato di modificare la delibera e riaprire i bandi, rischia di mettere in seria difficoltà anche chi aveva fatto affidamento su quel bonus e che ora lo vede di nuovo messo in discussione. Oltre a comportare spese legali, con uno spreco di risorse che dovrebbero invece essere utilizzate per garantire a tutte le donne e a tutte le famiglie che risiedono in Lombardia , l’accesso a interventi economici di sostegno alla maternità, senza nessuna discriminazione” concludono i consiglieri PD.

Milano,  5 marzo 2019

PD Regione Lombardia