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Pietro Bussolati e Pierfrancesco Majorino annunciano tremila emendamenti al bilancio di previsione di regione Lombardia

MANOVRA REGIONALE: MAJORINO E BUSSOLATI (PD), “LA LOMBARDIA È IN DECLINO, FONTANA E LA DESTRA NON FANNO NULLA”

IL PD DEPOSITA OLTRE TREMILA EMENDAMENTI

 

Sono oltre tremila gli emendamenti che il Partito Democratico ha depositato per la discussione della legge di stabilità regionale e della legge di bilancio, la cui trattazione inizia oggi nell’Aula di Palazzo Pirelli. Al centro i temi del lavoro, dei trasporti e della casa e ovviamente della sanità, per chiedere alla giunta Fontana di prendere atto di un fatto eclatante: la Lombardia è in declino e la destra al potere non sta facendo assolutamente nulla per riportarla ad essere un motore di eccellenza.

“Il mondo sta cambiando e i cittadini si sentono sempre più insicuri delle loro condizioni economiche e sociali e la Lombardia, purtroppo, non è più un’isola felice, come è stata per tanto tempo” spiega Pietro Bussolati, capo delegazione Pd in commissione bilancio del Pirellone. “Le classifiche economiche dicono che la crisi morde anche la nostra economia al punto, forse non ancora ben compreso, che la Lombardia, con tutta la sua forza industriale, agricola, artigianale e di capitale umano, non è più traino del Paese, anzi, cresce esattamente nella media, che significa molto, molto meno di prima. Perfino la nostra sanità, che vanta eccellenze ospedaliere di livello internazionale, è in declino e si posiziona ben lontana dai primi posti in Italia. La destra al potere, a Roma e in Regione, non sembra per nulla in grado di cambiare il destino del Paese e della Regione. Noi siamo molto preoccupati per questo”.

Con emendamenti e ordini del giorno il Partito Democratico chiede un cambio netto di rotta, come spiega il capogruppo Pierfrancesco Majorino.

“L’atteggiamento della Regione non può essere rinunciatario o negazionista – attacca il capogruppo democratico -. A sentire loro sembra che siamo in un momento normale ma non è così. Il tema del lavoro, su cui insisteremo molto, chiede un impegno serio, perché le crisi in corso sono tantissime e per ogni posto di lavoro che viene a mancare ci sono famiglie intere che vedono precipitare le loro prospettive. E poi c’è il lavoro povero, di chi fatica ma non guadagna il giusto. Fanno statistica per l’occupazione, ma la realtà poi è ben diversa. Poi c’è il problema della casa, che tra mutui che sono cresciuti molto, affitti a livelli spesso improponibili e case popolari sfitte – 23.500 di proprietà regionale, lo ricordo – tanti cittadini, anche del ceto medio, sono in difficoltà. E la Regione non sta facendo nulla, come non lo sta facendo per sostenere il trasporto pubblico locale, che già oggi, fuori da Milano e dalle grandi città, sta fatalmente perdendo pezzi, e per avere un trasporto ferroviario dignitoso. E poi c’è la sanità, prima competenza della Regione, dove l’unica ricetta è dare mano libera al privato profit e spingere le lombarde e i lombardi a pagare per ogni visita o esame. Di fronte a tutto questo, la destra tiene la Regione ferma, senza alcuna idea di come dare ai cittadini una prospettiva di crescita e di benessere. Ma è possibile che Fontana metta ancora dieci milioni per la sua propaganda? Li metta per un fondo straordinario per la sicurezza sul lavoro! Insomma, comandano ma non governano, esercitano il potere ma non risolvono i problemi”.

 

Le proposte del Pd

Il primo grande impegno a cui il Pd chiama il Governo della Regione Lombardia è la costruzione di un grande piano di riqualificazione delle politiche del lavoro che parta dal vincolo per le imprese che lavorano per e con il Sistema Regionale ad applicare il salario minimo per tutti i dipendenti. Con il medesimo criterio, va applicato l’equo compenso per i professionisti.

Non solo. Il lavoro deve essere sicuro e di qualità. Per questo il Pd chiede di incrementare le risorse destinate alla qualità e alla sicurezza del lavoro, incentivando la stipula di patti territoriali ad hoc, per il contrasto del lavoro povero e del gender gap, di concerto con sindacati e imprese. Un primo passo è togliere i dieci milioni destinati alla comunicazione del presidente e destinarli alla costituzione di un fondo ad hoc. Inoltre, si chiede di completare il piano di assunzioni degli addetti a prevenzione, salute e sicurezza nei luoghi di lavoro negli organici delle ATS.

Troppe le crisi aziendali esplose negli ultimi mesi. Citiamo tra queste la Bystronic di Fizzonasco e San Giuliano (Milano), 150 esuberi; Meta System di Mornago (Varese), 133 rischiano di perdere il posto di lavoro; Beko, ex Whirlpool di Cassinetta di Biandronno (Varese), 541 esuberi e 1935 in tutta Italia; Fir Elettromeccanica di Casalmaggiore (Cremona), 74 posti di lavoro a rischio; Siae Microelettronica di Cologno Monzese (Milano), con le sue controllate Sm Optics e Sm Tecno, gli esuberi annunciati fra Siae microelettronica e Sm Optics sono 200; Hoover-Candy di Brugherio (Monza e Brianza), 83 esuberi; Ex Valli & Valli, ora Assa Abloy, di Renate (Monza e Brianza), 40 esuberi. Serve una vera politica industriale.

Per garantire il diritto alla casa, il Partito Democratico chiede alla Regione di supplire ai fondi tagliati dal Governo, mettendo 110 milioni di euro l’anno per il fondo sostegno affitti e 100 milioni per la morosità incolpevole, più altri 100 milioni in favore dei cittadini lombardi che sono andati in sofferenza per il pagamento del mutuo per la prima casa in seguito all’aumento notevole dei tassi di interesse. Un totale di 310 milioni di euro l’anno. Inoltre, si impegna la Regione a chiedere al Governo di stanziare 380 milioni di euro l’anno per contrastare l’emergenza sfratti.

Per ciò che riguarda gli immobili, si chiede l’istituzione di un fondo di 410 milioni in tre anni per programmare la manutenzione dei quartieri popolari e il loro efficientamento energetico, e di 50 milioni per l’abbattimento delle barriere architettoniche nelle case pubbliche. Per il recupero dei 32mila alloggi sfitti (di cui 23.500 di proprietà diretta di Regione Lombardia), si chiede un impegno annuo di 55 milioni, utile per la riqualificazione di almeno tremilaseicento unità per ogni periodo considerato. Un totale di 245 milioni per il 2025 e altrettanti per le due annualità successive. Anche il Governo deve fare la sua parte, stanziando 1,2 miliardi per la riqualificazione del patrimonio abitativo pubblico, e in tale direzione deve andare la richiesta di Regione Lombardia.

Il trasporto pubblico locale, già indebolito per via degli effetti dell’inflazione e della carenza di autisti e nel mezzo della delicata fase delle gare, non può “reggere” con meno risorse. Per questo chiediamo che venga fin da subito eliminato il taglio da 37 milioni di euro previsto dal bilancio e che, d’ora in avanti, si deliberino gli stanziamenti alle agenzie di bacino del trasporto pubblico su base triennale al fine di garantire una migliore programmazione dei servizi.

Il Pd, inoltre, chiede di rivedere gli interventi del cosiddetto Piano Lombardia di Fontana, istituito con le legge 9/2020, già definita legge mancia. Occorre che la Regione concentri le sue risorse non più su interventi di piccolo livello, come tetti dei cimiteri e piccole opere senza strategia, e più su progetti che diano un vero impulso alla crescita economica e sociale della Lombardia. Uno di questi è la realizzazione di tutte le case di comunità previste e non solo quelle finanziate dal PNRR.

Regione Lombardia è immobile, le proposte del Partito Democratico

Milano, 17 dicembre 2024

 

PD Regione Lombardia