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SANITÀ, ROZZA (PD): “CON TRE ANNI DI RITARDO LA REGIONE UTILIZZA LE RISORSE MESSE A DISPOSIZIONE NEL 2020 DAL GOVERNO DI CENTROSINISTRA PER L’ASSISTENZA DOMICILIARE, MA UN MODELLO CHIARO ANCORA NON C’È”

 

“Finalmente, con tre anni di ritardo, la Regione Lombardia spende le risorse per l’assistenza domiciliare integrata, si tratta infatti dei 67,1 milioni di euro del decreto legislativo 34 del 2020 e dei 197,6 milioni di Pnrr, dunque eredità dei governi precedenti. Una bella notizia, sicuramente, ma rimangono ancora molti dubbi sull’iter della presa in carico dei pazienti in caso di dimissione ospedaliera” così la consigliera regionale del Pd Carmela Rozza, a margine della seduta di commissione in cui sono state presentate dal direttore generale al Welfare le delibere relative alle azioni regionali in tema di erogazione di cure domiciliari.

 

“Non è chiaro chi fa che cosa, manca ancora una linearità del processo che renda evidente chi è il soggetto che attiva l’assistenza domiciliare e chi il soggetto che controlla l’appropriatezza – prosegue Rozza – il medico di base, per esempio, può attivare il servizio direttamente con gli infermieri oppure deve passare dal distretto? E ancora, se il paziente esce da un ospedale privato convenzionato, chi si prende carico della dimissione protetta e quindi dell’attivazione dell’assistenza domiciliare?”

 

“Curare a casa i pazienti può rappresentare un grande risparmio per i costi della sanità ospedaliera, ma se non si costruiscono modelli funzionali e non si chiariscono le procedure, quando finiranno le risorse non arriveremo molto lontano” conclude Rozza.

 

Milano, 7 settembre 2023

 

PD Regione Lombardia