Carmela Rozza dopo il convegno che si è tenuto al Pirellone sulla nuova figura di operatore sanitario, recentemente istituito dal ministero della Salute, figura controversa e molto discussa tra i professionisti della sanità.
Sanità-Rozza (Pd): Assistente infermiere? Si cambino il nome, la formazione e le competenze
Assistente infermiere? Questo il titolo del convegno, promosso dalla consigliera regionale del Pd Carmela Rozza, che si è tenuto questa mattina al Pirellone. Obiettivo fare il punto sulla nuova figura di operatore sanitario, recentemente istituito dal ministero della Salute, figura controversa e molto discussa tra i professionisti della sanità.
La figura dell’assistente infermiere, istituita con decreto del ministero della Salute e al centro di un accordo tra il Governo e la Conferenza Stato Regioni del 3 ottobre scorso, vuole essere l’evoluzione della figura dell’Oss (operatore socio sanitario), che a seguito di un ulteriore percorso formativo (non inferiore alle 500 ore) consegue la qualifica. Le Regioni dovranno definire annualmente il bisogno formativo e il fabbisogno professionale e organizzare i corsi.
La nuova figura è stata pensata per rispondere alla cronica e ormai emergenziale carenza di infermieri in Italia. Secondo i dati Fnopi (Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche) in Italia nel 2022 il numero di infermieri per ogni mille abitanti è di 6,4 contro una media europea di 9,2 professionisti. Sono 18,9 in Finlandia, 18,4 in Svizzera e Norvegia, 12 in Germania e 8,7 nel Regno Unito.
In Italia mancano ad oggi 65 mila infermieri, di cui il 45% al nord, ma tra il 2023 e il 2033 sono previste 113 mila uscite dal lavoro.
“La nuova figura dell’assistente infermiere- afferma Rozza- non può essere la risposta a questa cronica mancanza di figure professionali perché presenta diverse criticità. Intanto la sua denominazione non fa che generare confusione. Difficile capire la differenza con l’infermiere laureato”.
“Il decreto, inoltre, prevede – continua Rozza- funzioni e mansioni dell’assistente infermiere, quali la somministrazione di farmaci e le medicazioni che richiedono una formazione solida. Non si può pensare bastino qualche centinaio di ore per ottenerla. Per questo è necessario sia cambiata la denominazione, la competenza e la formazione, che deve avvenire solo in ambito universitario”.
“L’introduzione di questa figura- conclude Rozza- rischia, inoltre, se non ben regolamentata, di portare a un ulteriore riduzione del numero di iscritti al corso di laurea in infermieristica, già ad oggi bassissimo”.
Per l’anno 2024- 2025 le domande di iscrizione sono state 21178 a fronte di 20435 posti. Ancora in calo rispetto al precedente anno accademico quando erano state 22957 a fronte di 20059 posti. Il corso di laurea risulta poco attrattivo, soprattutto al nord. In Lombardia in quasi tutte le università le domande sono state inferiori al numero di posti (vedi tabella).
“I giovani- afferma Rozza- potrebbero preferire il percorso di studio da assistente infermiere, più breve e meno impegnativo, non ravvisando una sostanziale differenza con la figura dell’infermiere laureato. Questo anche perché ancora oggi la figura dell’infermiere non è valorizzata, non esistono percorsi di carriera attrattivi. Lo stipendio dell’assistente infermiere e quello dell’infermiere laureato differiscono di soli 50 euro”.
A confermare la poca valorizzazione della figura dell’infermiere sono i pochissimi posti messi a bando per la laurea magistrale indispensabile per la carriera. Nel 2025 sono stati 2147 in tutta Italia, a fronte di 11070 domande. E la Lombardia è tra le regioni peggiori. I posti a bando sono 204.
“E’ certamente necessaria- conclude Rozza- e noi chiediamo che la Lombardia sia apripista, una valorizzazione della figura dell’infermiere. Quelli che sono stati chiamati eroi del covid ora non possono essere dimenticati”.
I dati sulle iscrizioni ai corsi di laurea triennali e magistrali in infermieristica nell’anno accademico 2024-2025
Milano, 7 febbraio 2025