Grazie all’intervento del Pd verrà finanziato piano straordinario di assunzione dei medici di base da parte delle Ats e verificata la presenza di spazi adatti all’apertura di ambulatori polifunzionali nei quartieri di edilizia popolare
Sono stati approvati giovedì, due ordini del giorno, collegati al bilancio di previsione e presentati dal Pd, per il potenziamento della medicina di territorio, indispensabile, come ha messo in evidenza la pandemia da coronavirus, a garantire l’assistenza e la cura dei cittadini.
Un documento, di cui è primo firmatario il consigliere regionale Samuele Astuti, invita la giunta a stanziare le risorse necessarie per consentire alle Agenzie di Tutela della Salute (Ats) di assumere nuovi medici di base. Entro il 2022 in Lombardia saranno andati in pensione 1802 medici di base. Già oggi i posti vacanti sono 552 e i medici attivi sono costretti a seguire un numero di pazienti troppo alto. Una vera e propria emergenza che non può essere ignorata. “Per questo – afferma Astuti – abbiamo chiesto e ottenuto dalla Regione lo stanziamento delle risorse necessarie affinché le Ats possano assumere i medici di base necessari a garantire un welfare di comunità, costruendo una rete di poliambulatori pubblici. Un tema centrale per la sanità lombarda, che dovrà essere affrontato nel lavoro di riscrittura della legge 23 sulla sanità regionale avviato in consiglio”.
Se la carenza di medici di base è grave in tutta la Regione, lo è ancor di più nei quartieri periferici delle città. Basti pensare che solo a Milano ne mancano ben 220.Per questo il Pd ha presentato un ordine del giorno, approvato dall’aula, di cui è prima firmataria la consigliera regionale Carmela Rozza, che impegna la giunta a verificare la presenza di spazi adatti all’apertura di ambulatori polifunzionali nei quartieri di edilizia popolare, da dotare di strumenti di telemedicina e con la presenza di infermieri di comunità, che possono essere un punto di riferimento per le periferie e tutta la comunità cittadina, ristrutturarli e emanare bandi per destinarli in comodato d’uso a nuovi medici di base che decidano di associarsi fra loro.
“L’istituzione – spiega Rozza – di una rete diffusa di ambulatori di medicina generale, in forma associata e con la presenza di infermieri di comunità, è il caposaldo di una medicina territoriale di prevenzione e cura, medicina che ha rivelato tutta la sua debolezza con l’emergenza sanitaria dettata dal coronavirus”.
Gli spazi per la medicina di territorio possono essere recuperati nei quartieri di edilizia popolare pubblica che spesso hanno locali vuoti da recuperare. La Regione ha già avviato, in fase sperimentale, centri di vaccinazione nelle periferie di Milano. “Ma si tratta di un intervento spot – sottolinea Rozza – che non basta. Servono interventi strutturali, peraltro sostenuti dal decreto del Governo del 19 maggio scorso, che ha stanziato risorse per la medicina di territorio”.
RedazioneN7GGPD