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“Aiuti regionali per i genitori separati? Elemosina e pannicelli caldi”. A dirlo è la consigliera regionale Carmela Rozza in merito al bando emesso oggi dall’assessorato regionale alla Famiglia, guidato dalla leghista Silvia Piani. Si tratta dei contributi erogati ai coniugi separati o divorziati pari al 30% dell’affitto (fino a 2.000 euro l’anno per i canoni calmierati/concordati o 3000 euro per i canoni di mercato), da erogarsi a sportello, ovvero fino ad esaurimento risorse. Non è il solo limite, spiega la consigliera regionale democratica, perché il bando non interviene nel momento di maggior bisogno, quando il genitore separato esce di casa e deve affittare un nuovo alloggio, con tanto di caparra e di anticipo del primo trimestre.

“Questa misura ha il grave difetto di non sostenere le persone nel momento di maggiore difficoltà economica – spiega Rozza – che è quello in cui chi esce di casa deve affittare un nuovo alloggio. È in quel momento che le persone rischiano davvero di finire per strada e la Regione non dà loro risposte. Inoltre, affidare misure così delicate alle ATS non ha senso, tanto più se ciò deve avvenire attraverso un sistema informatico complesso e ostico. Perché a gestire questi bandi non è l’assessorato alla casa e alle politiche sociali? Che senso ha avuto, altrimenti, unire le due deleghe? Perché la Regione non ha affidato la gestione della misura a Comuni e Aler, che hanno gli strumenti per farlo? Sarebbe una modalità più semplice e chiara. Non basta predisporre i bandi, occorre anche facilitare la vita ai cittadini, altrimenti il dubbio è che si voglia fare bella figura senza dare davvero risposte a un problema reale. ”

Milano, 6 Giugno 2018

 

PD Regione Lombardia