Miriam Cominelli è intervenuta oggi, in aula, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne
Violenza donne, Cominelli (Pd): “Il rispetto parte dal linguaggio: in Regione si usi il termine consigliera non consigliere”
L‘affermazione delle donne parte dal linguaggio. La consigliera regionale del Pd Miriam Cominelli è intervenuta oggi, in aula, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, per chiedere di non usare più il termine consigliere per le donne, ma consigliera.
“La violenza sulle donne- afferma Cominelli- deriva dall’antica idea che sono proprietà, oggetti, non soggetti responsabili e pensanti. Un retaggio culturale difficile da superare. Per secoli per le donne è stato prima impossibile, poi difficile, studiare, laurearsi, accedere alle professioni, quali il magistrato o l’avvocato, entrare in politica e assumere ruoli di primo piano. E il linguaggio rispecchiava questa condizione, non prevedendo neppure le parole per declinare al femminile certe professioni e certi ruoli”.
“Ora spetta a noi- sottolinea Cominelli- cambiare le cose. Trovare le parole per indicare ruoli e professioni al femminile. E questo deve valere anche per il consiglio regionale. Non basta indossare magliette contro la violenza o declamare filippiche, come è solita fare la destra in Regione. O peggio, dire, come ha fatto la ministra Roccella, e come abbiamo voluto stigmatizzare in aula, che ogni donna che non viene uccisa è un fatto positivo. Come se essere vive fosse una concessione”.
“Servono- conclude Cominelli- interventi concreti e tangibili. Per questo già il 7 marzo 2024 avevo presentato una richiesta per rivedere il nostro linguaggio e introdurre l’uso del termine consigliera al posto del generico consigliere. Richiesta rimasta lettera morta, a riprova che l’interesse della destra per l’affermazione delle donne si limita alle feste comandate, finisce il 25 novembre. Ma io voglio ricordare che il linguaggio è importante, non può essere liquidato come fatto secondario. È sostanziale. E’ risaputo che chi parla male, pensa male, vive male e agisce male”.
Milano, 25 novembre 2025
