RSA, BORGHETTI E CASATI (PD): “NESSUNO SGRAVIO ALLE RETTE, NESSUNA GARANZIA DI ASSISTENZA”
“Bertolaso con una sola delibera è riuscito a fare un pasticcio che pagheranno tutti: ospiti dei servizi sociosanitari, personale e gestori” così i consiglieri regionali del Pd Carlo Borghetti e Davide Casati commentano la delibera regionale XII/1513 del 13/12/2023, annunciata oggi dall’assessore al Welfare Guido Bertolaso sul potenziamento del sistema delle residenze sanitarie assistenziali (RSA), delle residenze sanitarie per disabili (RSD) e delle comunità sociosanitarie (CSS) attraverso uno stanziamento di circa 90 milioni di euro.
“Abbiamo aspettato per anni che Regione Lombardia aumentasse le risorse per i servizi sociosanitari – dicono Borghetti e Casati – e nel frattempo è anche enormemente aumentato il bisogno da parte delle famiglie lombarde che sono costrette ad attendere mesi o addirittura anni per un posto in RSA o in altre strutture, dovendo poi anche pagare rette molto spesso insostenibili. E ora la Regione che fa?”
“Stanzia meno della metà dei soldi necessari a coprire i costi sanitari che scorrettamente continua a far pagare alle famiglie – denunciano i dem – e sulle rette produce una beffa che Fontana e Bertolaso si guardano bene dal rivelare nei loro comunicati stampa: chi ha problemi cognitivi o dell’alimentazione continuerà a pagare la retta che già paga solo se la sua retta è superiore alla media, mentre a tutti gli altri la retta potrà essere aumentata senza limiti! E mentre la Regione ammette che alcuni bisogni assistenziali si aggravano, continua a dare ai gestori dei servizi gli stessi contributi, indipendentemente dalla qualità assistenziale e dalla quantità di personale in servizio, che varia da struttura a struttura”.
“Siamo arrivati alla beffa che con queste regole una RSA può prendere più soldi dalla Regione e potrebbe anche diminuire il servizio ai propri ospiti e lo stipendio al proprio personale” attaccano i consiglieri.
“Non servono colpi di delibere qua e là – concludono Borghetti e Casati – serve una revisione complessiva del sistema per mettere finalmente in correlazione qualità assistenziale, contributo regionale e rette, altrimenti ne fanno le spese ancora una volta gli ospiti e le famiglie, a cui le rette vanno davvero calmierate depurandole dai costi sanitari che devono essere a carico del servizio sanitario come previsto dai LEA”.
Milano, 14 dicembre 2023