DIGA DI TARTAVALLE, DALLA REGIONE NULLA OSTA ALL’ABBATTIMENTO
FRAGOMELI (PD): “INCREDULO DELLA MIOPIA DIMOSTRATA”
Un secco no arriva dalla direzione generale Enti locali, Montagna, risorse energetiche e idriche di Regione Lombardia alla richiesta del consigliere regionale del Pd Gian Mario Fragomeli di valutare la possibilità di mantenere in vita la diga di Tartavalle, nel comune di Taceno, per usi pubblici. L’assessorato che fa capo a Massimo Sertori, della Lega, ha risposto oggi a un’interrogazione dell’esponente democratico chiudendo su tutta la linea e affermando, dopo una articolata cronistoria, che non solo l’abbattimento, voluto da Eni, sarebbe migliorativo su diversi aspetti, ma che “l’opera, che ha natura privata e la cui concessione è connessa alla presenza dell’oleodotto, non è stata peraltro realizzata per essere ordinariamente esercita come invaso idrico sicché non risulterebbe utilizzabile e dimensionata a norma di legge per tale scopo” si legge testualmente.
“Sono incredulo della miopia di Regione Lombardia – attacca Fragomeli – tanto più che la risposta viene dall’assessorato che sta cercando di verificare la possibilità di costruire nuovi invasi nelle valli lombarde per fare fronte ai periodi, sempre più frequenti, di siccità. Mi era chiaro anche prima che lo sbarramento di Taceno non fosse stato pensato come risposta alla carenza idrica, che del resto nel 1987, anno di costruzione dello sbarramento, non era all’ordine del giorno, ma io chiedevo che, anziché abbattere un manufatto esistente si valutasse la possibilità di mantenerlo per usi utili alla montagna e alle comunità che ci vivono, come per esempio l’accumulo di acqua per scopi di antincendio o di utilizzo umano e agricolo. La risposta è disarmante e lascia pensare che si preferisca venire incontro agli interessi delle aziende energetiche che da decenni utilizzano le nostre montagne anziché chiedere loro, a Eni in questo caso, di continuare ad accollarsi i costi di manutenzione della diga in attesa di una interlocuzione con gli enti interessati e di una valutazione più approfondita. Perché tutta questa fretta da parte di Regione Lombardia? Perché si respinge la proposta di valutare soluzioni diverse, utili alle comunità che vivono in montagna, senza nemmeno aprire un tavolo? È chiaro che questa risposta non può essere considerata soddisfacente, anzi, richiede che io torni sull’argomento con azioni ancora più incisive.”
Milano, 12 maggio 2023