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Sanità: riforma modificata, ma i problemi restano tutti

A soli sei mesi dall’approvazione, la riforma della sanità lombarda ha dovuto essere corretta da un nuovo voto in consiglio regionale, martedì scorso e non su aspetti secondari, ma per modifiche sostanziali. Senza queste modifiche, chieste espressamente dal Governo, la riforma sarebbe stata impugnata e rimandata al giudizio della Corte Costituzionale. Il voto del Pd è stato contrario.
“Nonostante questo i problemi dei lombardi restano, tali e quali — afferma il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Fabio Pizzul -. L’impressione è che si tratti solo di una grande finzione per non cambiare nulla e non toccare interessi consolidati. Basta pensare alle numerose inaugurazioni di Case della Comunità che, al momento, sono solo gusci vuoti e non offrono i servizi previsti dalla normativa nazionale. La Lombardia vuole i soldi dello Stato e dell’Europa, ma per continuare a farsi gli affari propri”.

“La riforma è sbagliata nel metodo e nel merito – spiega il capogruppo del Pd in Commissione sanità Samuele Astuti – . Innanzitutto, è stato necessario modificare 15 articoli su 37 della legge. Punti sostanziali dunque e non formali. Basti pensare al ruolo delle Ats, che il Governo aveva chiesto di superare in quanto superflue, ma la maggioranza si è ostinata a confermare. Ma quel che è peggio è che le modifiche sono state introdotte con un grave ritardo, senza presentare una legge ordinaria e senza alcun confronto con le minoranze”.

Il Pd ha presentato diversi ordini del giorno per evidenziare i gravi errori della legge, in stragrande parte respinti dalla maggioranza.

“Uno fra questi – sottolinea Astuti – è relativo al pessimo funzionamento dei pronto soccorso, determinato dalla debolezza della sanità territoriale. Per porvi rimedio servirebbero più Case di comunità. Alcuni studi, infatti, dimostrano che questo abbatterebbe significativamente gli accessi”.
Da cambiare – continua Astuti – anche i criteri di acquisto delle prestazioni dai privati accreditati e il ruolo dei sindaci che devono essere coinvolti nella programmazione della sanità territoriale con parere vincolante, come oggi non accade”.
Gravissima la mancanza di medici di base, ormai un’emergenza, per rimediare alla quale il Pd ha chiesto l’aumento dell’importo delle borse di studio per gli specializzandi. Resta irrisolto, inoltre, il problema delle liste d’attesa che genera di fatto un sistema sanitario non equo. Chi può pagare si cura, chi non può deve attendere, a rischio della propria salute. Non a caso la Lombardia è la regione in cui si spende di più per curarsi.
“Su questo fronte c’è almeno una, anche se debole, nota positiva – conclude Astuti – è stato approvato un nostro ordine del giorno che chiede alla Regione di attivarsi per l’istituzione dell’agenda unica di prenotazioni fra pubblico e privato . Un provvedimento atteso da anni, ma mai concretizzato per la mancanza di volontà della giunta di coordinarsi con il privato accreditato. Ci auguriamo che almeno questa volta l’impegno diventi reale”.

RedazioneN7ggPd

 

PD Regione Lombardia