Il consiglio regionale della Lombardia ha approvato, questo pomeriggio, il progetto di legge che intende adeguare e integrare la normativa regionale a seguito delle disposizioni del decreto legislativo n. 101/2020 di recepimento della direttiva 2013/59/Euratom in tema di protezione dai pericoli derivanti dall’esposizione a radiazioni ionizzanti. La direttiva ha aggiornato e raccolto in un quadro unitario le disposizioni in materia, introducendo ulteriori tematiche in precedenza trattate solo in raccomandazioni europee, come l’esposizione al radon nelle abitazioni.
“Consideriamo fondamentale prevedere un monitoraggio e un accompagnamento dell’Anci per quanto riguarda l’applicazione delle norme di competenza soprattutto per i piccoli e piccolissimi Comuni – ha detto in proposito Carlo Borghetti, consigliere regionale del Pd e vicepresidente d’Aula –. Anche se si tratta del recepimento di norme eminentemente tecniche, dobbiamo assolutamente fare in modo che ci sia il minor carico burocratico possibile perché le norme possano essere agevolmente messe in atto, a protezione delle persone”.
Su questo Borghetti ha presentato anche un ordine del giorno che “impegna la Giunta regionale ad aggiornare, con il coinvolgimento di Anci, gli enti locali in merito all’approvazione della disciplina, vigilando contestualmente su recepimento e applicazione delle nuove disposizioni regolatorie nell’ambito dei regolamenti edilizi comunali”.
Il vicepresidente ha sottolineato l’importanza della norma: “Voglio ricordare che il radon è la principale causa di cancro ai polmoni dopo il fumo e, in mancanza di un adeguato vespaio areato, si concentra ai piani bassi degli edifici che andrebbero arieggiati spesso. Ci sono precisi comportamenti da tenere, laddove non esistono altri presidi. Per questo le leggi in materia devono essere sempre considerate le benvenute”.
Borghetti ha rimarcato, tuttavia, la tempistica eccessivamente lunga e lenta: “Stiamo parlando di una norma che recepisce un decreto legislativo del 2020 che si rifà a una direttiva Euratom del 2013: come Sistema Paese scontiamo una lentezza nell’aggiornare le norme che dovrebbe farci riflettere. La politica dovrebbe farsi un esame di coscienza per la mancanza di celerità con cui raccoglie indicazioni importanti, visto che, soprattutto in questo caso, parliamo di radiazioni, dannosissime per la salute, impossibili da vedere, toccare e prevedere”.
Milano, 22 febbraio 2022