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SANITÀ: SCANDELLA E CARNEVALI (PD), “CARENZA MEDICI DI BASE NON È PERCEZIONE MA PROBLEMA REALE, LA REGIONE DEVE FARE DI PIÙ”

Sulla querelle sorta tra la Regione Lombardia e i medici di medicina generale dopo le parole della vicepresidente Letizia Moratti, che ha derubricato la carenza di medici di base come semplice “percezione”, intervengono per il PD l’On Elena Carnevali e il consigliere regionale Jacopo Scandella.

“No, vicepresidente Moratti, la carenza di medici di base non è una “percezione”, è un vero problema per migliaia di famiglie bergamasche e lombarde – dichiara Scandella -. Come PD lo denunciamo da anni chiedendo alla Regione di intervenire, favorendo la formazione di nuovi medici e dando incentivi, come la messa a disposizione degli spazi per lo studio medico e di personale infermieristico e di segreteria, per andare a coprire le aree montane, periferiche e comunque maggiormente sguarnite. Purtroppo, le cure primarie non sono una priorità del centrodestra lombardo, che da Formigoni a Fontana, passando per Maroni, ha sempre puntato tutto sui grandi ospedali e sulla concorrenza tra sanità pubblica e sanità privata, mortificando e impoverendo la medicina di territorio. I cittadini devono sapere che se durante i drammatici mesi del 2020 ci siamo trovati senza la prima linea della medicina non è per un caso, ma per errori di programmazione e di organizzazione. Oggi in Regione stiamo per affrontare la revisione della sanità lombarda, ma viste le parole della vicepresidente, già si capisce chiaramente che non ci saranno i cambiamenti di cui i lombardi avrebbero bisogno.”

“La scarsa programmazione nazionale e regionale rispetto al fabbisogno di medici specialisti, recuperato dallo Stato solo in questi ultimi anni, e la scarsa programmazione della formazione di medici in cure primarie, ha generato soprattutto in questa professione una carenza effettiva ponendo l’Italia tra i Paesi a più bassa presenza – dichiara l’On. Carnevali -. Lo dicono i dati Eurostat: se in Francia abbiamo 95.000 medici di base (140 ogni 100.000 abitanti) e in Germania 80.000 (100 ogni 100.000 abitanti), in Italia siamo a 53.000 (87 ogni 100.000 abitanti). In queste nazioni, peraltro, il numero dei posti letto per acuti è più alto che in Italia”.

“È cresciuta la consapevolezza nei medici di famiglia – aggiunge la deputata dem – che per affrontare questa situazione di gravità per molti cittadini e per la qualità del lavoro dei professionisti, la difesa dello “status quo non basti”, e lo hanno affermato anche gli ordini territoriali e i sindacati. In altre regioni, piuttosto, sono state sperimentate e sostenute le aggregazioni funzionali territoriali (AFT) e le unità complesse di cure primarie, mentre in regione Lombardia i medici di medicina generale o sono stati “tenuti fuori dal sistema” o non si è agito per realizzare e rinforzare quanto già previsto dalla legge Balduzzi. Ora le previsioni del PNRR possono migliorare il lavoro interdisciplinare, avendo i medici di medicina generale un ruolo centrale nelle Case di comunità. Accanto a questo, Regione Lombardia garantisca un sistema informatico efficiente, sburocratizzando la parte amministrativa a favore dell’attività clinica, e l’accesso a tutti gli slot di prenotazione per le visite specialistiche in un’unica agenda regionale”.

Milano, 25 ottobre 2021

PD Regione Lombardia