Dopo mesi di ritardo e ripetuti rinvii è stata programmata per il 1 giugno prossimo la presentazione delle sole linee guida della riforma della sanità in Commissione. “La vicepresidente Moratti – afferma il capodelegazione del Pd in Commissione sanità, Samuele Astuti- e la maggioranza devono cambiare la riforma Maroni, che non è durata nemmeno il tempo di una legislatura e ha mostrato tutti i suoi limiti, purtroppo anche durante la pandemia. Ma non sembrano poterlo fare. Ci si chiede se sia vero, come dice Moratti, che non c’è nessun dissidio in maggioranza”.
Del resto la difficoltà con la quale la maggioranza affronta la riforma della sanità lombarda è evidente. “Da un lato- sottolinea il presidente della Commissione d’inchiesta sul covid Gianni Girelli- deve tenere conto di quanto chiesto da Agenas, dall’altro non può ignorare quanto la pandemia ha reso palese, ovvero la necessità di ricostruire dalle fondamenta la medicina territoriale e di prossimità”.
In discussione non c’è solo una revisione della Legge regionale 23, come troppo superficialmente viene spesso ripetuto. La portata della riforma è ben più complessa. “Per questo- continua Girelli- serve riannodare le fila di un ragionamento lungo più di vent’anni, ripartendo dalla riscrittura di quanto previsto nella Legge regionale 31 del 1997, la vera origine del sistema sanitario lombardo. Oggi più che mai abbiamo bisogno di un rapporto bilanciato fra ospedali e territorio, la riaffermazione della sanità pubblica con un privato che concorre al risultato, non che fa concorrenza nelle prestazioni e la rivalutazione dei medici di medicina generale. L’occasione della riforma è ripensare l’idea di sanità”.