Come ogni anno, la sessione europea del Consiglio regionale, ovvero la discussione in Consiglio del Programma di Governo della Commissione europea, è un’occasione importante soprattutto per noi democratici che dell’Europa facciamo una bandiera. Più distratta la Lega, in transizione dal sovranismo all’europeismo, con la stessa leggerezza con cui era passata dal secessionismo al nazionalismo. Ed è forse per distrazione che la Lega in Regione Lombardia, due giorni prima dell’incontro tra Salvini, l’ungherese Orban e il polacco Morawieczki, ha votato un nostro 👉emendamento alla risoluzione consiliare (il documento che contiene tutte le considerazioni sul programma della Commissione e impegna la giunta regionale a rappresentarle) in difesa dello Stato di diritto e contro le derive illiberali e autoritarie di Ungheria e Polonia. Mentre Salvini sogna di unire il fronte dei sovranisti, Fontana e i suoi assessori dovranno (dovrebbero) sostenere sanzioni economiche, fino all’espulsione, contro i Paesi che negano i diritti democratici, che non tutelano l’indipendenza della magistratura e la separazione dei poteri e che reprimono le minoranze. Lo faranno? Intanto, come dicono il capogruppo Pd Fabio Pizzul e il consigliere Pietro Bussolati, “per chi, come noi, ha l’aggettivo democratico nel nome, l’approvazione dell’emendamento è un successo.”
In Consiglio, però, il Pd non ha solo fatto approvare la difesa dei diritti civili e democratici (come anche la richiesta di concessione della cittadinanza europea per Patrik Zaki) ma anche, per i vaccini, la proposta di promuovere la liberazione delle licenze per la produzione di massa, la difesa del green deal, il sostegno all’introduzione della web tax per tassare i colossi del web e con i proventi sostenere le imprese europee, italiane e lombarde, e la preferenza del sistema Nutrinform contro il Nutriscore, o sistema a semaforo, di segnalazione dei cibi potenzialmente nocivi.
“Il sistema Nutrinform – spiega Matteo Piloni, primo firmatario dell’👉ordine del giorno approvato – tutela maggiormente la varietà delle produzioni artigianali e territoriali, perché si rapporta alla quantità giornaliera raccomandata e non ai 100 grammi di default utilizzati invece dal sistema Nutriscore, il sistema semaforico preferito dalla grande industria alimentare e dalle catene della grande distribuzione organizzata. Con Nutrinform sosteniamo un’alimentazione davvero consapevole e la difesa del made in Italy” conclude Piloni.
Un’attenzione particolare è stata posta anche alle politiche in favore delle donne, con l’assunzione di impegni più ampi e importanti per le donne, soprattutto per la loro valorizzazione nel mercato del lavoro. “Nella risoluzione per la Ue abbiamo portato la centralità delle politiche per la parità di genere” spiega Paola Bocci, perché “se l’Europa fa da traino, la Lombardia, che conta la più alta percentuale di donne occupate, deve fare la sua parte ampliando l’impegno e il raggio di azione”.
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