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La notizia è uscita da un incontro riservato convocato dalla nuova assessora Letizia Moratti con i capigruppo consigliari per presentarsi e stabilire un primo contatto. Era il battesimo di Moratti con le forze politiche, sebbene informale, ed è qui che la vicepresidente ha enunciato quello che, evidentemente, sarà un principio ispiratore della sua politica, riassumibile nella massima della vecchia Lega secondo cui la Lombardia produce di più e quindi deve avere la priorità su tutto. Anche sui vaccini anticovid. Il senso di quanto ha detto la neovicepresidente è che di fronte alla pandemia, l’unica e formidabile arma contro il virus, il vaccino, deve essere distribuito non in modo uniforme in tutte le regioni, ma prima in quelle in cui in virus ha colpito più duramente, con maggiore densità abitativa, con maggior mobilità e, infine, con maggior contributo al Pil nazionale. Inutile dire che questo identikit è ritagliato sulla Lombardia o, meglio, su una parte di essa, ma soprattutto introduce un criterio inaccettabile: legare il diritto alla salute alla ricchezza prodotta.
“Moratti, assessore da poco più di una settimana, ha compiuto uno scivolone che non ci aspettavamo – ha commentato il capogruppo Fabio Pizzul -. Dal virus si esce tutti insieme o non si esce e sollevare eccezioni basate sul Pil non fa che peggiorare la considerazione che i cittadini hanno di questa istituzione, già così deteriorata. Invece di scrivere ultimatum, lettere e ricorsi contro tutti gli altri, Moratti e Fontana dovrebbero cercare di capire perché la sanità lombarda non ha funzionato di fronte alla pandemia. Perché, senza una sanità che funziona, non torneremo tanto presto a produrre Pil”.
Sul tema è uscita, a caldo, anche la consigliera Carmela Rozza: “Se è vero che l’assessore Moratti ritiene di chiedere che la distribuzione dei vaccini tenga conto del Pil prodotto, e stento a crederlo, è evidente che ci troviamo di fronte a un tentativo di distrarre l’attenzione dai problemi della gestione del Covid in Lombardia. Il criterio su cui si basa e si deve basare la distribuzione è la numerosità della popolazione e, infatti, la Lombardia è la regione che ne ha ricevuti di più, 234mila dosi, seguita dal Lazio con 132mila dosi e via dicendo. La vicepresidente Moratti è, invece, tenuta a predisporre il piano vaccinale e a dire agli anziani in primis quando verranno contattati e chi somministrerà loro le dosi”.

RedazioneN7ggPd

PD Regione Lombardia