“I numeri dei ricoveri sono tornati a salire vertiginosamente e i problemi della sanità lombarda sono ancora gli stessi di marzo, perché non sono state allestite le unità mobili per la cura domiciliare e perché per il cittadino in difficoltà, quasi sempre, l’unica risposta è il pronto soccorso. In questo quadro preoccupante, gli ospedali bergamaschi stanno reggendo, ma la Regione Lombardia deve recuperare, per la riapertura dell’Ospedale in Fiera a Milano, 153 medici intensivisti e 459 infermieri, operatori che non ci sono e che quindi sottrarrà ai nostri territori, indebolendone la capacità di cura. Il tutto per attrezzare una struttura che non può contare su nessuna specializzazione e può quindi in realtà curare solo i malati meno gravi. La Regione fa esattamente quello che, a detta di tutti i maggiori esperti, non va fatto, sguarnisce la sanità territoriale per investire in un unico hub. Possiamo accogliere in bergamasca pazienti di altre province, come già si sta facendo, ma si lascino i medici e gli infermieri a presidiare gli ospedali del territorio”.
Lo dichiara il consigliere regionale del Pd Jacopo Scandella in merito alla carenza del personale medico e infermieristico e alla richiesta da parte di Regione Lombardia di incrementare i posti letto per far fronte all’emergenza.
“Oggi l’assessore Gallera ha detto che per fine anno saranno assunti 350 nuovi infermieri, ma nella nostra regione, i numeri rilasciati dal NurSind parlano chiaro, ne servono quasi 10mila – afferma Scandella riferendosi alle dichiarazioni odierne del segretario lombardo del sindacato infermieristico italiano – i soldi ci sono e andavano usati per concretizzare più assunzioni già durante l’estate”.
Milano, 27 ottobre 2020