Ci sono state 4.887 aggressioni al personale sanitario, in Lombardia, tra il 2016 e il primo semestre del 2019, 1.142 solo nel primo semestre del 2019. Nelle Asst Bergamo Est, Papa Giovanni XXIII e Bergamo Ovest sono state 338, 73 nel primo semestre del 2019. Il fenomeno della violenza ai danni del personale nelle strutture ospedaliere e sociosanitarie è diffuso da tempo, ma ancora poco conosciuto perché mancano procedure certe e omogenee di monitoraggio.È dall’analisi di questa situazione che è nato il progetto di legge bipartisan sulla sicurezza del personale sanitario e sociosanitario approvato all’unanimità stamattina, in consiglio regionale, sintesi di due progetti di legge presentati dal Gruppo regionale del Pd, proponente la consigliera Carmela Rozza, e da Fdi.
“Il testo approvato oggi obbliga tutte le aziende sanitarie pubbliche e private accreditate innanzitutto a mappare il fenomeno, di cui per l’80% fanno le spese gli infermieri – spiega Jacopo Scandella, consigliere regionale del Pd, con la collega Rozza –. Il testo tiene conto di due aspetti: quello relativo agli atti di violenza compiuti ai danni degli operatori, soprattutto nei pronto soccorso per i quali è necessario un intervento delle forze dell’ordine, e quello relativo ad atti compiuti da pazienti afflitti da gravi e specifiche patologie, ad esempio nei reparti di psichiatria, per cui serve soprattutto una maggiore formazione del personale”.Inoltre, aggiungono i due esponenti dem, “la legge prevede l’istituzione di un tavolo tecnico che dovrà mettere a punto le soluzioni necessarie a contrastare la violenza ai danni degli operatori sanitari, come, ad esempio, l’installazione di telecamere, la formazione del personale, gli interventi nei varchi d’accesso e la promozione di protocolli d’intesa con le forze dell’ordine per garantire la presenza di presidi nei pronto soccorso e nei reparti più a rischio. Da parte nostra monitoreremo l’applicazione della legge. Fra un anno, in consiglio, ne chiederemo la verifica”.
Milano, 30 giugno 2020