È scontro sulla caccia tra la Regione e il Governo. A scatenare il braccio di ferro è una delibera regionale del 31 luglio 2019 con cui si autorizza la cattura di 12mila esemplari di quattro specie di uccelli (cesena, merlo, tordo bottaccio e tordo sassello) da utilizzare come richiami vivi nella caccia da appostamento. La cattura avviene con le reti all’interno dei roccoli, strutture arboree particolari, presenti principalmente nelle valli bergamasche e bresciane, create per attirare e convogliare gli uccelli nelle reti. I volatili catturati sono poi utilizzati per la caccia da appostamento: i cosiddetti richiami vivi con il loro canto attirano altri uccelli nel raggio d’azione dei cacciatori.
La delibera della Regione è stata adottata dopo una procedura che aveva previsto la consultazione dei ministeri dell’agricoltura e dell’ambiente e dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). Solo il ministero dell’agricoltura, allora retto dal leghista di Pavia Gian Marco Centinaio, aveva dato l’assenso, mentre Ispra e ministero dell’Ambiente avevano rilevato incongruenze e conflitti con la normativa nazionale, e avevano indicato il rischio di infrazione europea.
La Regione ha deciso di forzare la mano e di approvare comunque la delibera il 31 luglio. Il provvedimento viene impugnato dal Governo a fine settembre e a ciò segue la diffida da parte del Ministero degli affari regionali a ritirarlo entro 15 giorni. Nel frattempo il Tar aveva già sospeso la delibera in attesa di giudizio, rispondendo a un ricorso delle associazioni ambientaliste. Fin qui il copione è abbastanza scontato, ma non lo è il seguito: l’assessore regionale all’agricoltura, il leghista Fabio Rolfi, ha presentato l’8 ottobre una nuova delibera, pochi giorni dopo la diffida, con cui riconferma quanto stabilito a luglio. Un vero braccio di ferro che alza il livello di tensione su questo tema a livelli mai raggiunti prima.
Così commenta il consigliere regionale dem Matteo Piloni: “La Lega decide di fregarsene delle regole solo per accontentare qualche cacciatore. Invece di avviare un confronto con il Governo per trovare un’intesa, mostra i muscoli, con il rischio di far pagare a tutti i lombardi di tasca propria le eventuali multe che potrebbero arrivare dall’Unione Europea. Per la Lega le marchette elettorali contano più delle leggi.”
Redazione NovitàSettegiorniPD