Su segnalazione di diversi cittadini il Pd ha presentato un’interrogazione all’assessore regionale in merito al costo delle certificazioni mediche introduttive per l’invalidità civile: i cittadini si trovano a pagare anche 150 euro, nonostante la normativa nazionale preveda che siano fornite gratuitamente.
L’iter per il riconoscimento dell’invalidità prevede che il paziente sia visitato dagli specialisti che accertano l’handicap e, successivamente, che l’ATS attribuisca la condizione di invalidità e il suo grado. Tra l’uno e l’altro passaggio ce n’è uno formale, ma indispensabile: la “certificazione medica introduttiva per l’invalidità”, che può essere redatta dagli specialisti stessi o dal medico di famiglia. Per la normativa vigente questo certificato dovrebbe essere fornito gratis ma in Lombardia, complice la disattenzione della Regione, così non è: ai cittadini che si recano dai propri medici vengono chieste cifre che vanno dai 50 ai 150 euro. Il Pd chiede che la Regione intervenga e lo fa con un’interrogazione che sarà discussa domani, martedì 2 aprile, in Consiglio regionale.
“Molti cittadini, e proprio i più fragili, pagano cifre anche consistenti ai propri medici di base per poter attivare la procedura burocratica e richiedere il certificato di invalidità, nonostante una normativa nazionale e una circolare regionale ne prevedano la gratuità” dichiarano il primo firmatario Matteo Piloni e i colleghi Samuele Astuti e Jacopo Scandella.
“La colpa non è dei medici di medicina generale che eseguono una prestazione da liberi professionisti – spiegano gli esponenti democratici – ma tocca alla Regione intervenire tempestivamente e porre rimedio a questa stortura, stipulando una convenzione con gli stessi medici, perché questa prestazione sia sempre gratuita, così come avviene anche per altre certificazioni”.
“La Regione dovrebbe, inoltre – aggiungono – istruire i medici specialisti di reparto, che sarebbero anche i più titolati a compilare tali certificazioni, affinché provvedano direttamente presso le strutture, sollevando così le famiglie da costi e disagi ulteriori”.
Milano, 1 aprile 2019