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Non pagheranno i genitori con redditi familiari bassi e medio bassi, ma si poteva fare di più

La Regione ha approvato un taglio al superticket su visite ed esami sanitari che consiste nell’estensione dell’esenzione a chi ha redditi familiari fino a 30mila euro e un minore a carico, e chi ha redditi fino a 70mila euro e due o più minori a carico. Per chi ha un figlio disabile, l’esenzione scatta per redditi fino a 90mila euro. La stima dell’assessorato al welfare è che ne beneficeranno 625mila lombardi.

La Regione ha utilizzato uno stanziamento nazionale destinato a tutte le Regioni e vincolato alla mitigazione del superticket da introdurre su base reddituale. Per avere le proporzioni occorre ricordare che la Regione ha incassato nel 2018 dai ticket sui farmaci e sulla diagnostica e ambulatoriale 741 milioni di euro, di cui 115 milioni dal superticket.

La richiesta di esentare dai superticket sanitari i redditi bassi e medio bassi è per il Pd una costante da anni e anche nell’ultima seduta di bilancio, durante la discussione dell’assestamento, è stato presentato un ordine del giorno a prima firma del vice presidente del Consiglio regionale Carlo Borghetti, con cui si chiedeva di esentare tutti i cittadini con redditi familiari fino a 50mila euro. Lega e alleati avevano votato contro.

“Stanno utilizzando i soldi messi a disposizione dal Governo e potevano certamente fare di più, come già hanno fatto altre Regioni – dichiara Borghetti –. Questa non è la prima manovra della Regione sui superticket e devo ricordare che le ultime, anche per la difficoltà delle procedure per ottenere l’esenzione, non avevano avuto grande successo. Spero che questa volta vada meglio, perché comunque si tratta di sollevare da un balzello sulla salute cittadini con redditi più bassi e medio bassi, come noi abbiamo sempre sostenuto. E, a dire il vero, è la prima volta che effettuano un taglio non lineare (uguale per tutte le fasce di reddito), ma solo perché il Governo ha messo un vincolo ben preciso. Ricordo comunque che governava ancora Formigoni quando Salvini, allora segretario della Lega Lombarda, chiedeva ai suoi consiglieri di azzerare il ticket. Maroni fece la campagna con lo slogan “Zero ticket” che poi mise sui manifesti. Oggi siamo all’ennesimo ritocco, e questa compartecipazione pesa ancora sulle tasche dei lombardi per circa 120 milioni di euro l’anno”.

 

RedazioneNovitàSettegiorniPD

 

PD Regione Lombardia