“Fontana e Terzi non raccontino storie: nessuno può comprare quindici treni dall’oggi al domani, come se fosse al supermercato. Se arriveranno più treni dei 161 previsti, 31 dei quali bloccati al TAR, noi saremo contenti, ma quelli annunciati per novembre sono l’anticipo di treni già previsti dalle precedenti gare oppure una parte della commessa di FS che, grazie alle risorse messe a disposizione dal governo precedente, li ha assegnati a tutte le Regioni, ma non alla nostra che invece li deve pagare a causa dell’assurda governance di Trenord. Insomma, la Regione Lombardia deve fare chiarezza e non prendere in giro i pendolari”.
Lo dichiara il consigliere regionale del PD Matteo Piloni in merito all’annuncio secondo cui entro novembre la Regione avrà 15 nuovi treni in più rispetto al piano d’acquisto di 161 treni deliberato dalla precedente Giunta Maroni, in virtù di un risparmio ottenuto sulla stessa gara.
“Inoltre, a meno di un mese dall’entrata in vigore del nuovo orario estivo del servizio ferroviario regionale, non sono ancora stati convocati i quattro quadranti territoriali in cui è suddivisa la Lombardia” aggiunge Piloni riferendosi alle riunioni a cui partecipano anche gli enti locali e i rappresentanti dei pendolari.
“Abbiamo inviato una lettera all’assessore Terzi per sollecitare la convocazione, resa ancor più necessaria alla luce del piano emergenziale di Trenord in vigore da alcuni mesi – spiega il consigliere dem – Tra poche settimane l’orario cambierà di nuovo, come succede due volte l’anno, e la Regione non ha sentito ancora il dovere di convocare enti locali e rappresentanti dei pendolari per presentare le modifiche previste da Trenord e discuterle con loro, né di farlo in commissione Trasporti, che non si riunisce da 3 settimane. Oltretutto, questa è la prima modifica da quando è ufficialmente in vigore il piano di emergenza che, tagliando il 5% delle corse, sostituite da bus, doveva rimettere sui binari il servizio ferroviario regionale. I pendolari chiedono un servizio dignitoso, la Regione non può pensare di metterli davanti al fatto compiuto, senza ascoltare quanto hanno da dire. Sono troppe le questioni aperte, tra cui la destinazione dei treni che arriveranno a partire dal 2020. I pendolari e il territorio chiedono risposte!”
Milano, 16 maggio 2019