Skip to main content

Dal quartiere San Siro di Milano a Lecco e Vimercate per essere vaccinati con la terza dose il 30 novembre, altrimenti in città non prima di gennaio. Da Bagnolo Cremasco, in provincia di Cremona, fino in piazza Novelli a Milano il 7 dicembre e se non si può, c’è posto a Chiari, in provincia di Brescia. Ancora: da Cesano Boscone si può avere un appuntamento in tempi brevi a Varese, altrimenti si va a Lurate Caccivio, a 44 chilometri da casa. Per stare nella Città Metropolitana di Milano, un cittadino di Cesano Boscone può andare a Basiano a fine dicembre, e i chilometri salgono a 47.
Sono queste le simulazioni fatte giovedì scorso, 25 novembre tra le 11 e le 12, dal gruppo regionale del Partito Democratico, immettendo nel sistema di prenotazione i dati di cittadini over 40 a cui sono scaduti i 180 giorni dalla seconda dose, quindi pronti per il richiamo.
Le segnalazioni di cittadini che stanno cercando di prenotare la terza dose e trovano solo appuntamenti lontani da casa o non prima di alcune settimane si moltiplicano e il risultato è che molti di loro rinunciano a prenotare, sperando di avere miglior fortuna nei prossimi giorni, e quindi rischiando di perdere settimane preziose nell’attesa, mentre il virus torna a correre.

“Il dramma- sottolinea la consigliera regionale Carmela Rozza – è che i posti non ci sono, perché tra agosto e settembre la Regione ha chiuso o ridotto gli hub vaccinali e ora non riesce a potenziare in tempi brevi quelli rimasti, figuriamoci ad aprirne di nuovi”.
“Nel varesotto – denuncia il consigliere regionale e capodelegazione del Pd in Commissione Sanità Samuele Astuti – è stato disattivato il centro vaccinale alla Schiranna, depotenziato quello di Malpensa Fiere e ridotte da 33 a 8 le linee vaccinali e questo sta portando moltissimi ritardi nelle prenotazioni delle terze dosi”.
“Spiace ricordare – attacca ancora Rozza – che lo avevamo detto già il 2 di novembre, con una mozione in Consiglio regionale, che non saremmo stati pronti per la terza dose, e spiace di più constatare che avevamo ragione. Non siamo stati ascoltati, anzi, ci è stato detto che stavamo facendo allarmismo. Il risultato è sotto gli occhi di tutti “.

Con la decisione di anticipare la terza dose a 5 mesi, rispetto ai 6 previsti precedentemente, cambia anche la platea degli aventi diritto. E non di poco, visto che si passa a quasi 5 milioni di cittadini. Senza contare che si stanno aprendo le prenotazioni per gli over 18 e a giorni anche quelle per i bambini dai 5 anni.
“Ecco allora – conclude il presidente della Commissione d’inchiesta sul covid Gianni Girelli – che bisogna chiedersi in che modo la Regione intenda mantenere la promessa di milioni di somministrazioni entro Natale o al massimo a gennaio. Non dimentichiamo che nella fase acuta di vaccinazione gli aventi diritto erano di meno e erano in funzione i grandi hub. La campagna vaccinale è indispensabile per andare verso quanto chiesto dal Governo, per ‘conservare quanto conquistato’. Non possiamo essere approssimativi, confusionari e non chiari. Per questo chiediamo quale sia la strategia della Regione. I cittadini hanno bisogno di certezze”.

Redazione7ggPd

PD Regione Lombardia