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“Che ci sia un problema di sovraffollamento nei pronto soccorso della Lombardia è un dato di fatto, ma se un medico decide di dare l’urgenza a una prestazione non possiamo mettere in dubbio la sua professionalità”,  è la risposta di Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd, all’assessore alla Sanità Gallera intervenuto oggi sul tema.

“Ma il nostro sistema sanitario sta a cuore anche a noi e la vediamo in maniera decisamente diversa”, aggiunge Orsenigo che, assieme al Pd comasco, ha appena organizzato a Erba un convegno dal titolo ‘Sanità in Lombardia, luci e ombre di una presunta eccellenza – Le proposte del Pd per ridurre i tempi di attesa e i costi per le visite e gli esami’, assieme al collega Gianantonio Girelli, componente della Commissione Sanità, e a Maria Teresa Agati, vicepresidente Csr Tecnologie per la disabilità.

“È anche vero che la Regione sta cercando di rimediare al problema delle liste d’attesa, proprio puntando sulle richieste non appropriate e sulle disdette, come spiega l’assessore Gallera. E anche sul fatto di sanzionare chi non si presenta a una visita, previa disdetta, non solo siamo d’accordo, ma è una delle proposte fatte ancora al tempo della campagna elettorale per le regionali da Giorgio Gori. Tuttavia, evidentemente non basta: la nostra proposta è l’attivazione di un piano straordinario di azzeramento delle liste di attesa che preveda un sistema di monitoraggio dell’offerta e delle attese in tempo reale, con la costituzione di una agenda unica per tutti gli erogatori pubblici e privati accreditati consultabile anche dall’utente, l’estensione e la semplificazione dell’utilizzo di tutti i canali di prenotazione, l’incremento delle prestazioni di primo accesso, ovvero le prime visite specialistiche con tempi di attesa critici. Insomma, il sistema va rivisto in modo radicale, non certo nel segno della riforma sanitaria voluta già da Maroni e che secondo noi è sostanzialmente sbagliata. Regione sta mettendo dei correttivi, ma, ad esempio, proprio sul tema dell’agenda unica, che avrebbe dovuto essere un requisito vincolante per le strutture private per mantenere il contratto con la Regione, non ci siamo, non siamo ancora arrivati a questo punto”, continua Orsenigo.

Anche sulla presa in carico della cronicità, che non riesce a decollare, “voglio solo ricordare che dei 3 milioni di malati cronici lombardi, al momento solo il 7,5% ha aderito al nuovo sistema di assistenza. Per la provincia di Como, cioè Ats dell’Insubria, i pazienti che hanno sottoscritto un Pai sono solo 49.255 su 433.496, pari all’11,36% (dati di febbraio 2019, ndr). Una riforma che non decolla anche per la scarsa adesione dei medici di base, primi interlocutori dei pazienti. La Giunta Fontana sta introducendo dei correttivi con un accordo con i medici che è doveroso, ma anche qui non basta: finché la Regione non sarà in grado di riportare le cure sul territorio, vicino ai pazienti, soprattutto anziani, e fino a che non ridurrà, appunto, i tempi di attesa, curare una malattia cronica sarà sempre complicato”, conclude il consigliere Pd.

Milano, 22 giugno 2019

 

PD Regione Lombardia