Un tavolo in materia urbanistica per superare l’incertezza normativa che rischia di generare ricorsi. A chiederlo, questa mattina, in commissione Territorio, sono stati i consiglieri regionali del Pd Matteo Piloni e Carmela Rozza che spiegano: “L’avvio del tavolo di confronto in materia urbanistica, a maggior ragione a seguito della delibera della giunta di modifica dell’art. 40 bis della legge regionale sulla Rigenerazione Urbana (18/2019) non è più rinviabile. Una modifica della norma si rende ancor più necessaria, non solo a seguito della sentenza del Tar sui profili di incostituzionalità della disposizione, ma anche per superare le evidenti difficoltà nel rapporto tra i Comuni e i privati. Difficoltà che avevamo peraltro già evidenziato nella discussione della legge, portando una serie di proposte migliorative”.
“Il tavolo- continuano i consiglieri dem-vuole essere un modo per affrontare, nel merito, le questioni e trovare soluzioni utili ai Comuni e ai privati che vogliono investire. La proposta licenziata dalla giunta non ci sembra vada in questa direzione. Pur aggirando il ricorso al consiglio di Stato, non mette in sicurezza i privati e i Comuni da eventuali ricorsi, rischiando così di rendere ancora più complessi gli interventi sugli edifici dismessi. Inoltre, la modifica relativa ai 3 mesi nei quali gli immobili risultano dismessi non risponde alla necessità di dare priorità a quelli più compromessi in termini di degrado e di sicurezza . Così come il tetto dei 20 mila abitanti non risponde pienamente alla competenza dei Comuni in materia di tutela paesaggistica, che invece va garantita su tutti i territori molto diversi tra loro”.
“Ci auguriamo- concludono Piloni e Rozza- che il percorso in commissione e il confronto tra le forze politiche, le associazioni e le categorie interessate, per le quali chiederemo un’audizione, crei le condizioni per dare le necessarie garanzie ai comuni e ai privati per creare un meccanismo utile al rinnovo del patrimonio dismesso in un’ottica di rigenerazione urbana, evitando il più possibile ricorsi che non fanno bene nè agli uni nè agli altri. Con l’attuale norma, infatti, resta l’incertezza sia per gli investitori che per i comuni il che, come è noto, genera più ricorsi che cantieri. Al contrario, noi abbiamo bisogno di più cantieri e meno ricorsi”.
Milano,22 aprile 2021