Secondo il consueto report settimanale della Fondazione Gimbe in Lombardia la maggior parte delle vaccinazioni ha riguardato personale non sanitario – con il 51% di non sanitari beneficiari contro il 40% dei sanitari. Si tratta della della percentuale più alta di tutta Italia. Nella consapevolezza che il Piano nazionale comprende tra gli operatori sanitari e sociosanitari anche chi, pur non essendo medico o infermiere, è impegnato in ospedale o nelle Ats, chiediamo che la Regione faccia chiarezza del perché di questo dato anomalo rispetto al contesto nazionale. Lo chiede, con un’interrogazione presentata oggi, Gianni GIRELLI, consigliere regionale del PD.
“Date la scarsità di dosi della prima fase di profilassi e le falle nei cronoprogrammi di consegna, le categorie identificate da vaccinare con priorità nel primo trimestre del 2021 sono, appunto, gli operatori sanitari e sociosanitari, per via del rischio più elevato di essere esposti all’infezione da SARS-CoV-2 e di trasmetterla a pazienti suscettibili e vulnerabili in contesti sanitari e sociali, gli ospiti e il personale delle strutture residenziali per anziani, considerati ad alto rischio a causa dell’età avanzata, della presenza di molteplici comorbidità e della necessità di assistenza ed infine le persone ultraottantenni” spiega Girelli.
“Le cronache di altre realtà territoriali hanno portato alla luce gravi falle nei protocolli di vaccinazione. Cosicché sono state protette anche persone che non avevano diritto prioritariamente a ricevere la somministrazione. In Lombardia sono già avvenuti troppi disguidi e si sono verificati già troppi errori sui dati e sulla compilazione di moduli – conclude il Consigliere democratico – E la notizia dataci dalla Fondazione Gimbe non può che metterci in allarme. Per questo chiediamo chiarezza e informazioni alla Giunta: vorremmo evitare che anche per le vaccinazioni Anticovid si sbagliasse per scarsa attenzione”.
Milano, 28 gennaio 2021