“Non è possibile parlare di ripartenza, senza aver decifrato cosa non ha funzionato fino ad oggi. Per impostare il futuro va compreso e analizzato il passato. Per questo abbiamo chiesto innanzitutto la Commissione d’Inchiesta, perché esiste la necessità di chiarire molto di quanto è avvenuto, nelle RSA, al personale sanitario lasciato senza protezione, sulla mancanza di presidi territoriali. È indispensabile capire quali correzioni introdurre per evitare un ritorno di espansione del contagio, soprattutto in previsione della necessaria ripresa. Sono queste le ragioni che ci hanno convinti a presentare un maxi emendamento alla risoluzione della maggioranza” lo ha detto questa mattina nella seduta del Consiglio regionale il capodelegazione PD in Commissione Sanità Gianni Girelli.
“La pandemia da Covid19 si è propagata in tutto il mondo, ma solo in Lombardia si conta il 10 per cento dei decessi. La Regione, per colpa di una gestione ampiamente criticata dalla comunità scientifica internazionale e non allineata alle misure più efficaci adottate dalle Regioni limitrofe, ha permesso al virus di entrare proprio nei luoghi maggiormente frequentati dai più fragili – ha spiegato Gianni Girelli – La risposta sanitaria regionale è stata inadeguata su vari fronti: perché si è concentrata prevalentemente sul trattamento dei casi “critici”, trascurando così i pazienti positivi che non necessitavano di ricovero, perché ha sottovalutati i nuovi focolai, perché non ha protetto le RSA, perché ha sottostimato l’importanza dei livelli di difesa, dei tamponi”.
“Con la nostra risoluzione chiediamo la garanzia della sicurezza sanitaria per la futura ripresa della produzione tramite un Piano di sanità territoriale, che garantisca procedure finalizzate al controllo ed alla gestione dei rischi da contagio, e un ambizioso nuovo Piano di Sviluppo economico, che sappia sostenere il mondo produttivo lombardo, l’impresa e la tutela dei lavoratori – ha sottolineato il consigliere del Partito Democratico Girelli – In particolare, per la sicurezza sanitaria, è urgente nominare un Commissario che organizzi e strutturi il piano territoriale di Diagnosi, Cura e assistenza domiciliare coordinando ATS, Medici di medicina generale, Pediatri di libera scelta, Unità speciale di continuità assistenziale e servizi sociali dei Comuni al fine di arrivare ad una completa sorveglianza sanitaria su tutta la regione che gestisca la presa in carico territoriale dei cittadini. Serve effettuare tamponi rino-faringei su tutto il personale sanitario a rischio, incrementare la capacità di processare i tamponi stessi, avviare velocemente lo screening dei lavoratori, con test sierologici validati dall’Istituto Superiore di Sanità, partendo dalle categorie che svolgono servizi essenziali e testando, come obiettivo finale, tutta la popolazione lombarda. E ancora, sono necessari una piattaforma informatica di telemedicina, le dotazioni strumentali per i medici di famiglia, il potenziamento delle Unità speciali per la continuità assistenziale (USCA) e la santificazione delle strutture. Ma soprattutto urge la Revisione organica della Legge regionale del 2015 che ha dimostrato tutta la sua debolezza nella fallimentare gestione di questa emergenza di salute pubblica”.
“Per la ripartenza economica servono invece Un nuovo Piano Regionale di Sviluppo, con una cabina di regia in ogni Provincia che coinvolga Università, esperti nazionali ed internazionali, istituzionali locali, rappresentanze sociali e politiche, l’Istituzione di un “Recovery Bond Regionale”, la riduzione dei tributi regionali o in subordine la sospensione dei termini di pagamento nel periodo di chiusura dell’attività, la Riprogrammazione dei Fondi Europei per il finanziamento della ripartenza e dell’Economia della Transizione, con misure di sostegno straordinarie nei confronti di tutte le categorie economiche, della sostenibilità dei bilanci comunali e delle famiglie” ha concluso Gianni Girelli.
Milano, 16 aprile 2020