La vittoria di Milano – Cortina come sede per le Olimpiadi invernali del 2026 è una notizia che ci inorgoglisce. Ma è soprattutto foriera di novità per tutto il nostro territorio, perché, sulla scia di Expo, sarà un evento diffuso, probabilmente con una gettata più ampia. Per questo il bresciano, la città capoluogo e le nostre montagne dovranno attrezzarsi: anche noi dobbiamo stare in partita, studiando un’offerta non solo turistica in grado di attrarre più visitatori possibili.
In questo possiamo dialogare felicemente con Milano: come il capoluogo lombardo è stato in grado di cambiare pelle nell’arco di pochi anni, attrezzandosi a ingaggiare sfide di competitività con il resto del mondo, così Brescia da tempo rappresenta un modello di città aperta, innovativa, culturalmente viva e proiettata al futuro. Il comune denominatore sono le buone pratiche amministrative. Se Milano, infatti, ha assunto un’autorevolezza internazionale riconosciuta, capace di conquistare la fiducia di altri Paesi, è perché è stata in grado di trovare una sintesi istituzionale, in particolare fra Comuni e Regioni. La buona politica è quella che sa valorizzare non che compete a colpi di propaganda.
La conquista della candidatura è stato il primo traguardo di una gara a tappe. Ora si entra nel vivo: mancano meno di sette anni al traguardo del 2016. E la scommessa é quella di fare in modo che questa incredibile opportunità diventi l’occasione di ottenere innanzitutto due risultati: il primo è quello di realizzare le opere necessarie con trasparenza, efficienza, correttezza. É necessario mettere a frutto l’esperienza dei protocolli anticorruzione sperimentati precedentemente, dando dimostrazione di come si possa operare in Italia senza il condizionamento di mafie o interessi illegittimi. Realizzarle in modo che possano poi rimanere quale patrimonio delle comunità. Il secondo tema è quello di far sì che l’intero territorio lombardo, non solo le due protagoniste dell’evento, Milano e Cortina, sia parte attiva dell’evento olimpico. I giochi dovranno infatti essere per noi l’occasione di far scoprire e valorizzare la montagna lombarda, le sue peculiarità, le sue ricchezze culturali, gastronomiche, ambientali, sociali. É necessario mettere a punto un’attenta e intelligente azione di promozione, così come è utile cogliere l’occasione per fare una lettura delle criticità e dei bisogni di parti del territorio che da tutti vengono considerate importanti, ma che poi difficilmente trovano momenti di reale attenzione e impegno.
Accanto ai paesi montani di richiamo e attrazione turistica, esistono infatti realtà che hanno bisogno di infrastrutture, di offerta di servizi, di risorse tese a scongiurare lo spopolamento e il degrado. Se una felice conquista, come quella delle Olimpiadi invernali 2026, non diventa anche una loro vittoria, quello che stiamo vivendo diventa solo una vetrina. Ma sono certo che con l’impegno di tutti questo non avverrà.
Gianni Girelli, consigliere regionale del PD