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VALLACCHI (PD): “SU TRE PRESIDI PRESTO RIMARRÀ UN SOLO MEDICO. BERTOLASO INTERVENGA URGENTEMENTE”

 

La situazione dei reparti di Nefrologia e dialisi dei presidi ospedalieri dell’Asst di Lodi rimane preoccupante anche dopo la risposta dell’assessore regionale al Welfare Bertolaso a un’interrogazione presentata da Roberta Vallacchi, consigliera regionale del Pd. Anzi, è proprio nella spiegazione fornita dall’assessorato che si capisce “come Lodi, Casalpusterlengo e Sant’Angelo Lodigiano continueranno a essere in sofferenza, principalmente per l’assoluta carenza di medici: di fatto, tra poche settimane, ne rimarrà in servizio solo uno per tutti i tre presidi e non è chiaro come Regione intenda intervenire”, commenta Vallacchi.

Quali sono i problemi di cui soffrono le nefrologie lodigiane? “Prima di tutto un turn over che non ha eguali in tutti gli analoghi altri reparti lombardi e che va ben oltre il normale, con i medici che hanno un eccesso di carico di lavoro – fa sapere la consigliera Pd –. Attualmente nella risposta di Bertolaso sono indicati 10 medici così ripartiti: 8 a Lodi, ma uno si è dimesso volontariamente il 30 novembre, uno ha un incarico quinquennale e andrà in pensione a fine gennaio, una è in maternità e poi c’è l’unico, a tempo indeterminato, in questo momento in corsia. Inoltre, c’erano 3 medici con incarico libero professionale scaduto il 31 dicembre. È di tipo libero professionale anche l’incarico dei due medici presenti negli altri due presidi, ma finiscono il servizio il 20 febbraio. E il 30 novembre ha terminato anche il giovane medico in formazione specialistica”.

Insomma, sintetizza Vallacchi, “da fine febbraio rimarrà solo un medico per tre ospedali e 51 posti letto: una situazione impensabile e paradossale. Questa è la principale criticità per una specialità che è di fondamentale importanza per il territorio. La sua ricostruzione, anche con la valorizzazione del personale, deve diventare una priorità. Dovrebbero esserci almeno 9 medici e di fatto ce n’è uno. Vanno riconsiderati i carichi di lavoro, vanno attratti i medici e anche il resto del personale”.

Dalla risposta dell’assessore emerge, infatti, che anche sul fronte del comparto infermieristico non va meglio: “Se dal 2021, per quanto riguarda i medici, si è passati dal 6,91 (media dei vari tipi di contratto, ndr) al 7,08 del 2022 e al 4 del 2023, per gli infermieri il passaggio è stato dal 47,89 del 2021 al 57,16 del 2022 al 53,72 del 2023”, rileva la dem.

Quali le soluzioni proposte da Bertolaso nella sua risposta, considerato che tra poco rimarrà un solo medico a mandare avanti tutto? “Cooptare dei liberi professionisti non risolve, anche se dà qualche sollievo alla pressione cui sono sottoposti i reparti. E anche l’attivazione di convenzioni con altre Asst, ad esempio quella di Crema, finisce per non mettere a disposizione risorse con la continuità necessaria a garantire un adeguato livello di cura dei pazienti nefropatici cronici, e sottopone personale operante in altre Aziende a un sovraccarico di lavoro, generando un circolo vizioso”, aggiunge Vallacchi.

Ecco perché la consigliera Pd sottolinea con forza che “è assolutamente urgente intervenire. Bertolaso si deve occupare subito della questione e non con misure tampone, ma prendendo decisioni che siano risolutive”.

La risposta dell’assessore

Milano, 12 gennaio 2024

PD Regione Lombardia