Aria spa fino a pochi mesi fa era una società nota solo agli addetti ai lavori. Nasce da Arca, la centrale acquisti della Regione Lombardia, che per incorporazione, nel corso del 2019 e 2020, si è fusa con Infrastrutture lombarde e Lombardia informatica, altre società regionali dell’era Formigoni, attive nella realizzazione di opere pubbliche e di reti e applicativi informatici per la pubblica amministrazione, in primis la Regione stessa. A volere la nascita di Aria sono stati il presidente della Regione Attilio Fontana e il suo assessore al bilancio Davide Caparini, entrambi leghisti. Sfoltire le partecipate era senza dubbio un obiettivo dell’operazione, così come chiudere Infrastrutture Lombarde, che dopo gli scandali di dieci anni fa aveva perso di importanza. Nemmeno Arca stava brillando particolarmente, mentre Lombardia Informatica era responsabile dell’operazione ‘carta sanitaria’ e del sistema informatico della sanità lombarda, con il call center a Paternò, in Sicilia, nella terra natale dei fratelli La Russa.
Di Aria spa si inizia a sentir parlare lo scorso autunno, quando gli approvvigionamenti di vaccini antinfluenzali, allora presidio importante per la lotta alla pandemia, si rivelano fallimentari. Poi esplode il caso dei camici, destinati agli ospedali lombardi, acquistati dall’azienda del cognato e della moglie del presidente Fontana, vicenda che porterà alla sostituzione del direttore generale Filippo Bongiovanni: interrogato dalla magistratura, dirà di aver fatto ciò che chiedeva la presidenza, essendo egli dipendente della Regione. Ulteriore caso, costato il licenziamento del consiglio di amministrazione, è stata la debacle della piattaforma di prenotazione dei vaccini anti Covid, a inizio 2021. Fontana e la sua giunta avrebbero potuto utilizzare la piattaforma di Poste Italiane, ma decisero di fare da sé e chiesero ad Aria di predisporre un software in tempi brevi. Com’è andata lo ricordano tutti. Solo dopo il passaggio al sistema di Poste, peraltro gratuito, la campagna vaccinale lombarda ha iniziato a funzionare. Di questo si è occupato Pietro Bussolati, che ha deciso di depositare in merito un esposto alla Corte dei conti.
Aria è una società voluta, indirizzata e difesa dal lato leghista della giunta regionale, e mal sopportata, forse anche per questo, dall’assessore e vicepresidente Letizia Moratti. Non sorprende, infatti, la dura tirata d’orecchi contenuta in una comunicazione in giunta di inizio settembre, nella quale Moratti dà conto del blocco di metà agosto del sistema informatico della sanità regionale, che ha mandato in crisi farmacie, medici, pediatri e pazienti. Nessun hacker, solo un condizionatore malfunzionante, senonché la vicenda porta a verificare “una situazione strutturale deficitaria e non adeguabile” del data center, peraltro risultato “non certificato dalle autorità nazionali” – scrive Moratti nella comunicazione – tanto da definire la situazione “ormai insostenibile”.
Un problema di gestione non corretta, certo, ma sarebbe sbagliato scaricare ogni colpa sulla società: il problema è l’indirizzo politico che le viene dato, come dimostrano le parole del suo ex direttore generale. Il resto è lotta politica intestina alla maggioranza.
Redazione N7ggPd
la videodichiarazione di Fabio Pizzul a proposito di Innovazione digitale lombarda e di Aria Spa