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Per le liste d’attesa è ancora anno zero. “Fontana e Moratti si fanno belli con una delibera di giunta che ha stanziato 84 milioni di euro (44 per il pubblico e il resto per il privato convenzionato) per ridurle ma si tratta di un provvedimento non risolutivo, che oltretutto sfrutta solo fondi nazionali. La Regione di suo non stanzia un euro in più”. A denunciarlo sono i consiglieri regionali del Pd Pietro Bussolati e Samuele Astuti che incalzano. “In Regione rivendono come propri i fondi governativi per l’abbattimento delle liste d’attesa che, come è noto, costringono i lombardi ad un orrendo ricatto, o paghi o aspetti mesi per ottenere prestazioni mediche necessarie alla salute, ma non stanziano un euro in più”.
Ma, soprattutto, Fontana e Moratti non fanno quello che davvero serve: modificare il meccanismo che crea le liste d’attesa. La Lombardia definisce ogni anno quante risorse dare ai privati convenzionati, ma non indica quali prestazioni devono essere erogate. Il risultato è che le strutture, in gran parte, erogano le prestazioni maggiormente remunerative, senza tener conto del bisogno sanitario dei lombardi.
“Questo meccanismo perverso – denunciano Astuti e Bussolati- è stato confermato dalla riforma Moratti-Fontana, approvata in consiglio alla fine del novembre scorso, e ci differenzia da sistemi virtuosi adottati in altre Regioni a noi vicine, come l’Emilia-Romagna. La pioggia di milioni, peraltro tutti di provenienza nazionale, può servire ai bilanci, ma non dà risposte ai bisogni di cura dei lombardi”.
Non contribuisce a ridurre le liste d’attesa neppure la mancata creazione di un’ agenda unica di prenotazione. “Doveva essere attivata entro il 30 novembre scorso – attacca Astuti –  anche a seguito dell’ultimo importante finanziamento agli erogatori privati che doveva servire a aggiornare i loro sistemi informatici, ma non c’è ancora”.
Questo, nonostante da anni la giunta vari provvedimenti per la sua realizzazione, poi però mai concretizzati. Già una delibera del 2015 prevedeva dal primo gennaio 2016 la decadenza del contratto per le strutture private che non aderivano al sistema di prenotazione unico. Poi, dopo anni di continue deroghe, nell’agosto 2021, con l’ennesimo atto, la giunta stabiliva che l’agenda unica doveva essere attiva entro il 30 novembre scorso. Ma non lo è.
E i rinvii evidentemente non sono ancora finiti. Una delibera di giunta del 7 febbraio scorso stanzia 433 milioni di euro in sette anni per la realizzazione della rete regionale di prenotazione, il cui progetto è affidato ad Aria.
“Ora Moratti spieghi perché l’agenda unica ancora non c’è – conclude Astuti – perché si rende necessario, dopo tanti ingenti investimenti, un ennesimo stanziamento di fondi ”.

Redazione N7ggPd

PD Regione Lombardia