LISTE D’ATTESA IN SANITÀ, LA REGIONE AFFOSSA L’AGENDA UNICA
GIRELLI E BORGHETTI (PD): GRAVE DIETROFRONT
Prenotare le visite e gli esami sanitari sia nel pubblico che nel privato con una sola telefonata? La Regione fa marcia indietro. A dire di no è stata la maggioranza di centrodestra in commissione sanità del Pirellone che, discutendo questa mattina il Piano regionale di sviluppo, ha cancellato un impegno che era scritto nero su bianco nella delibera delle “regole del sistema sanitario” approvata dalla giunta regionale a fine 2015. La cosiddetta “agenda unica”, ovvero il database unico delle disponibilità per esami e visite ambulatoriali di strutture pubbliche e private accreditate con il sistema sanitario regionale, strumento fondamentale per ridurre drasticamente i tempi di attesa e per semplificare la vita ai cittadini, è una promessa della giunta regionale disattesa da tempo. Nella delibera sopra citata si legge espressamente che l’agenda unica, quindi la messa a disposizione delle proprie disponibilità, doveva diventare dal 2017 requisito vincolante per le strutture private per mantenere il contratto con la Regione.
“Il dietrofront della giunta regionale – spiegano i consiglieri regionali del Pd Gian Antonio Girelli e Carlo Borghetti – ci è stato confermato dalla relatrice del piano regionale di sviluppo in commissione sanità Simona Tironi, secondo la quale l’agenda unica non si farà mai perché costerebbe troppo. Sono passati solo sei mesi da quando l’assessore Gallera, in piena campagna elettorale, annunciava l’introduzione di un nuovo sistema informatico che avrebbe consentito l’integrazione delle agende di ospedali pubblici e privati. Il problema delle liste d’attesa è uno dei più gravi della sanità lombarda e dei più sentiti dai cittadini. Regioni più virtuose, come l’Emilia Romagna e il Lazio, hanno risolto il problema anche attraverso l’introduzione dell’agenda unica ma dobbiamo constatare che la Lombardia è all’anno zero. Era un punto qualificante del nostro programma elettorale e continueremo a insistere perché si faccia.”
Milano, 20 Giugno 2018