Anche Antonella Forattini, consigliera regionale del PD, interviene nel dibattito di questi giorni sulle zone rosse, su chi ha preso determinate decisioni e perché.
“Il ministro della Salute, con decreto del 20 aprile 2020, ha stabilito i criteri di monitoraggio del rischio – spiega la consigliera -. Il DPCM pubblicato il 3 novembre scorso, all’articolo 2 comma 2, stabilisce che il ministro della Salute, d’intesa con il presidente della Regione, può stabilire zone diversificate, in base agli indicatori epidemiologici stabiliti in precedenza. È alle Regioni, dunque, che spetta il compito di utilizzare questi indicatori e produrre i dati conseguenti attraverso i quali monitorare l’andamento del virus sui vari territori”.
“La domanda è semplice: in Lombardia, in questi mesi, sono stati seguiti questi indicatori? Credo di sì – aggiunge Forattini -. E allora si rendano noti i dati e, sulla base di questi, si dimostri che in Lombardia la situazione è differente per territorio e si agisca di conseguenza, tenendo ulteriormente monitorata la situazione, settimana per settimana, così come prevede il DPCM. Oppure si dimostri che tutti i territori della nostra regione sono ad alto rischio, e allora si bloccherà ogni perplessità, a partire da chi scrive”.
“Rendere noti i dati serve anche a gestire meglio la situazione e a spiegare la situazione con il massimo della trasparenza. Perché se le scelte si spiegano, diventano anche più semplici da gestire. E da accettare. È inutile e dannoso continuare a giocare allo scaricabarile e alimentare confusione”.
“Voglio ricordare, inoltre, che uno dei tre esperti che hanno il compito di monitorare l’andamento delle regioni, è stato indicato proprio da Regione Lombardia. In ultimo, e sempre sulla base dei dati, va detto che forse ci sono governatori e regioni che in questi mesi hanno fatto meglio e già oggi ‘godono’ di situazioni migliori” conclude Forattini.
Milano, 5 novembre 2020