Il Tar dà ragione ai ragazzi e alle loro famiglie, ritenendo irragionevole la chiusura generalizzata, a fronte di rischi solo probabili. Un gruppo di medici e ricercatori fa ricorso per lo stesso motivo: far rientrare i giovani delle scuole superiori in aula. E la Regione che fa? Contesta le sentenze.
“Non si può aspettare oltre, bisogna agire subito per farli rientrare in sicurezza – commentano Paola Bocci e Fabio Pizzul, consigliera e capogruppo regionali del Pd –. Anziché pensare se impugnare la sentenza, Fontana e la Giunta dedichino attenzione e risorse a fare meglio, di più e presto, per riaprire le scuole in sicurezza, contenendo al massimo i rischi, sia con il potenziamento del trasporto pubblico locale, coordinandosi davvero con chi lavora allo stesso scopo nei tavoli prefettizi dei territori, sia investendo su tracciamento, test, tamponi e sorveglianza sanitaria. Lo abbiamo già detto e chiesto più volte e lo ribadiremo anche con una mozione in consiglio, martedì 19 gennaio, perché finora non è stato fatto abbastanza. Dunque, non si perda altro tempo”.
Per i dem la Giunta Fontana “ha tergiversato e sottovalutato fin troppo la questione, senza preoccuparsi del fatto che questi giovani pagheranno nel futuro la situazione che si è creata. Le denunce presentate dai cittadini, comitati di genitori e anche esperti, dimostrano che c’è sfiducia e che anche da loro la Regione viene considerata incapace di gestire il problema”.
Ecco perché il Pd, con altre forze di opposizione, chiede di agire tempestivamente dando seguito alle indicazioni contenute anche nelle motivazioni del Tar: “la Regione si deve occupare di potenziare il trasporto pubblico, anche rivolgendosi ai privati, deve mettere a disposizione delle scuole tamponi gratuiti, deve programmare il vaccino anti-Covid per il personale, deve istituire dei presidi sanitari nelle singole scuole”, elencano Bocci e Pizzul ricordando i punti della mozione.
La Regione faccia come dice il Tar: si occupi dei trasporti e dei tracciamenti
Fabio Pizzul e Paola Bocci dopo il decreto del Tar che accoglie il ricorso dei comitati sospendendo l’ordinanza del Presidente della Regione Lombardia che ha esteso fino al 24 gennaio la didattica a distanza al 100%