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Che la Lega consideri le istituzioni che governa proprietà privata lo sapevamo già, ma vedere svanire anche il più elementare decoro istituzionale fa sempre un po’ impressione. Così è avvenuto in occasione della scomparsa di Carlo Smuraglia, avvenuta l’ultimo giorno di maggio.

Illustre lombardo d’adozione, Smuraglia è stato un testimone diretto della guerra di Liberazione dal nazifascismo, come ex combattente partigiano e come guida, per sette anni, dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia. Ma Smuraglia è stato anche avvocato, giurista e prima ancora politico. Nella sua lunga vita è stato parlamentare, assessore provinciale e anche consigliere regionale in Lombardia per quindici anni, dal 1970 al 1985, vicepresidente dell’Assemblea e poi presidente tra il 1975 e il 1980. Nonostante ciò, la sua dipartita è stata accolta dai vertici della Regione e del Consiglio regionale, entrambi presidiati dalla Lega, con inusitata freddezza. Non c’è stato da parte delle due istituzioni regionali nemmeno un comunicato di cordoglio, solo un necrologio da parte della giunta e un telegramma, così ci è stato risposto, da parte del suo ben più tardo successore alla presidenza del Consiglio regionale, il leghista Alessandro Fermi. Alle ferme rimostranze del Pd – Pizzul: “Giunta e Consiglio dimenticano di esprimere cordoglio per Smuraglia. Vergognoso” era il titolo del comunicato stampa diramato il giorno successivo alla scomparsa – da Palazzo Lombardia, sede di Fontana e della Giunta, è seguito totale silenzio, mentre da Palazzo Pirelli, sede dell’assemblea, è uscita una nota velenosa con cui il presidente Fermi spiegava che l’unica volta che aveva interrotto la consuetudine per emettere un comunicato stampa per la scomparsa di un predecessore era stato nel 2019 per Ettore Albertoni, della Lega, “per il solo fatto che a lui mi legava grande amicizia e condivisione non solo politica ma anche umana e territoriale”. Spiegazione ineccepibile. In quel particolare caso, a dire il vero, i comunicati del presidente Fermi furono addirittura otto, uno anche per annunciare la partecipazione ai funerali e più di uno per l’intitolazione di una sala a Palazzo Pirelli. Fontana, a differenza di Fermi, dirama costantemente comunicati di cordoglio per le più diverse personalità politiche o comunque pubbliche, ma non in questo caso. A concludere la vicenda, i funerali laici tenuti a Palazzo Marino: anche qui, dei vertici della Regione nemmeno l’ombra, se non quella del gonfalone, perché almeno gli uffici sono ancora in grado di mantenere un minimo di forma e di decoro.

RedazioneN7ggPd

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PD Regione Lombardia