Cinque anni fa entrava in vigore la detrazione fiscale di 960 euro, pari a 80 euro al mese, per i lavoratori dipendenti. È stata una delle prime misure del governo Renzi, volta a sostenere i redditi fino a 26.600 euro e rilanciare i consumi. Fu una misura accolta con favore dai lavoratori, ma con aspre critiche dalle opposizioni. Grillo, che allora era ancora il capo del Movimento 5 Stelle, la definì una mancia miserabile. Oggi il Governo del cambiamento, finalmente, con coerenza, ha fatto intendere che vuole cancellare gli 80 euro. Niente più mancia, dunque, e tutti felici. In Lombardia il bonus riguarda due milioni di lavoratori, per un ammontare complessivo annuo di 1,676 miliardi (dati MEF riferiti ai redditi 2017).
Dopo le elezioni europee entrerà in vigore anche il taglio delle pensioni da 1500 euro lordi in su, sempre voluto dal governo Lega M5S. Si tratta solo di limature per quelle più basse, a salire con l’entità dell’assegno, ma sono pur sempre tagli dovuti a una scelta del Governo.
Infine, c’è il rischio molto concreto dell’aumento dell’Iva, che il ministro Tria ha dichiarato essere già “confermato in attesa di alternative”. Una tassa orizzontale che colpisce i consumi quotidiani e quindi impatta sulla spesa di tutti e, paradossalmente, soprattutto sui redditi più bassi.
NovitàSettegiorniPD 24 maggio 2019