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“Le notizie dei provvedimenti giudiziari a carico di 70 persone collegate a Finlombarda confermano i dubbi relativi alla trasparenza nella gestione della società regionale”, lo dice Fabio Pizzul, capogruppo regionale del Pd, commentando le novità sul caso.

“Lo stesso audit interno aveva rilevato diversi punti problematici: fino a fine 2018 non c’era alcun documento aziendale sulla propensione al rischio e nessuna procedura per mitigare i rischi della Direzione Finanza che è sempre parsa troppo autonoma rispetto alla struttura aziendale dei controlli – prosegue Pizzul –. L’audit interno aveva evidenziato anche l’esistenza di movimentazioni su conti correnti che non risultavano inseriti nella contabilità aziendale: un preoccupante segnale di scarsa trasparenza”.

Da qualche anno a questa parte, aggiunge il capogruppo Pd, “non c’è stata alcuna rotazione tra le principali cariche dirigenziali, in assoluto spregio delle normative anticorruzione. Viene da chiedersi come mai Regione Lombardia non sia intervenuta prima per sanare queste situazioni e per tutelare il lavoro di coloro che hanno correttamente operato nell’ambito della società nonostante le tante problematiche emerse. La sensazione è che la Regione per diversi anni abbia letteralmente perso il controllo di ciò che accadeva in Finlombarda, finendo per non consentire a una società nata per sostenere le imprese lombarde e per sviluppare gli investimenti di fare il proprio lavoro a vantaggio del sistema produttivo lombardo. Come spesso accade, le buone intenzioni iniziali e le tante professionalità di livello presenti in aziende come Finlombarda vengono frustrate da gestioni poco trasparenti e da un indirizzo poco chiaro da parte della politica”.

Per l’esponente Pd “la magistratura farà chiarezza sulle responsabilità personali, ma Regione Lombardia non può sottrarsi alle proprie responsabilità politiche e non sarà certo un tardivo intervento di riordino a coprire le lacune delle amministrazioni precedenti che hanno lo stesso colore politico dell’attuale”.

Milano, 4 marzo 2019

PD Regione Lombardia