Mentre il Governo, con il Decreto rilancio, ha stanziato 427 milioni di euro per ospedali e operatori sanitari – per il 2020 e in particolare per le assunzioni di personale, ci saranno 28 milioni di euro per assumere 1600 infermieri di comunità e 12 milioni e 500mila euro per il potenziamento di Usca e assistenti sociali – la Regione non ha destinato un euro in più.
“E’ vero – sottolinea la consigliera regionale Carmela Rozza – che la Regione ha approvato le delibere per dare il via alle assunzioni di medici, infermieri e assistenti domiciliari, ma lo ha fatto solo perché previste e finanziate dal governo. Di tasca propria non ha aggiunto un euro. Anzi. Ha solo approvato una delibera che avrebbe potuto licenziare già il 20 maggio scorso e oggi, forse, il nuovo personale sarebbe già in servizio. Ora invece, si rischia di non riuscire a trovare personale che nel frattempo è stato contrattualizzato da altre Regioni più solerti”.
Se per le assunzioni del personale la Regione ha almeno utilizzato le risorse governative, per i medici specializzandi non ha fatto nemmeno quello. Mentre ha distribuito le risorse stanziate dal Governo per gli incentivi di tutti gli operatori sanitari e amministrativi che hanno lavorato, anche in smart working, durante l’emergenza Covid, non ha destinato un euro ai medici specializzandi che nello stesso periodo hanno lavorato come e più degli altri.
“Non è accettabile – afferma il consigliere regionale Gian Antonio Girelli – I rappresentanti dei medici specializzandi sono stati ascoltati in audizione in commissione Sanità e hanno chiesto, con il nostro convinto sostegno, di ricevere il bonus come gli altri operatori. Gli specializzandi hanno lavorato come e più dei medici strutturati, per combattere il virus. Il loro impegno e la loro fatica vanno premiati, tanto più che le risorse grazie al Governo ci sono. Non ci sono scuse”.
Ma non sono solo gli specializzandi a essere trascurati dalla giunta regionale. Alle Rsa va ancora peggio. Abbandonate e spesso costrette ad arrangiarsi durante l’emergenza, costrette a subire regole di ripresa post Covid che hanno creato loro gravissimi problemi, ora sono ulteriormente penalizzate.
“Le ultime indicazioni delle Ats ai gestori delle unità sociosanitarie – denuncia Girelli – tagliano loro i fondi nel caso in cui non abbiano erogato le prestazioni previste, cosa che spesso non è accaduto, data la tragica condizione di emergenza”.
“Le RSA – prosegue Girelli – sono il ricovero di persone anziane e fragili, danno un aiuto concreto alle famiglie. Vanno sostenute, non affossate. E’ opportuno che la Regione chiarisca immediatamente e, invece di tagliare risorse, capisca come aiutare le RSA a superare le difficoltà. Abbandonarle sarebbe l’ennesima vergogna di una gestione imbarazzante”.
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