“Ho letto che alcuni sindaci cremaschi della Lega hanno deciso di portare nei propri consigli comunali la stessa mozione che il loro partito ha portato la settimana scorsa in consiglio regionale. Un’iniziativa di partito, assolutamente legittima, più che un’azione per far sentire la voce di un territorio e dei cittadini. La situazione dei medici di base è una vera emergenza, perché le persone non sanno a chi rivolgersi e si sentono sole. Doveroso dar loro delle risposte. È giusto quindi chiamare in causa il Governo, ma è altrettanto doveroso chiedere alla Regione di fare la propria parte, a partire dai residui di bilancio 2020 che non sono stati spesi e che ammontano a 340 milioni, di cui 90 solo per la sanità”. Lo afferma il consigliere regionale del Pd Matteo Piloni, intervenendo in merito alla mozione presentata dai sindaci leghisti del cremasco che ricalca il documento approvato in consiglio regionale lo scorso 7 luglio e che, per far fronte alla carenza dei medici di base, impegna il Governo sui tempi di formazione e aumenta il numero degli assistiti, soluzione non apprezzata dai dem.
“La Regione chiede al Governo di accorciare i tempi di formazione, ma già potrebbe farlo da sola – sottolinea Piloni, ricordando le proposte della mozione dem non approvata -. Così come potrebbe incentivare i medici di base a coprire gli ambiti territoriali carenti da almeno 12 mesi (nel cremasco mancano 32 medici), concedendo per i primi 5 anni spazi pubblici in concessione gratuita da utilizzare come studio e rimborsando fino all’80% delle spese sostenute per assumere personale infermieristico e amministrativo. Oppure, ancora, potrebbe aumentare il numero di pazienti che i medici in formazione possono convenzionare, come sostituti, dai 500 pazienti attuali a 1500. O, ancora, potrebbe semplificare per i cittadini l’iter di scelta e revoca del medico di base, attivando convenzioni con farmacie e uffici postali che consentano di effettuare l’intera procedura prevista. E, ancora, potrebbe prevedere le risorse necessarie da destinare alle ATS lombarde, affinché possano assumere un contingente adeguato di giovati medici neoformati in medicina generale e cure primarie da impiegare sul territorio, così da poter effettivamente creare un welfare di comunità e di prossimità”.
“Invece, la Regione ha scelto solo di aumentare il numero dei pazienti per ogni medico, portandoli a 2000 (oggi sono 1500) e questa non è una soluzione – afferma il consigliere dem – perché lede la dignità dei medici che già ad oggi faticano a offrire un servizio ai propri assistiti e rappresenta un’iniziativa inadeguata per i cittadini che di fatto si troverebbero con un’assistenza solo sulla carta”.
“Se si vuole contribuire a risolvere i problemi dei cittadini, bisogna chiamare in causa tutte le Istituzioni che possono dare risposte e la Regione è una di queste. Questo sicuramente renderebbe più solida e credibile la richiesta dei sindaci e non rappresenterebbe solo un atto per obbedire ad un ordine di partito!” conclude Piloni.
Milano, 13 luglio 2021