La sconfessione del sovranismo di stampo putinista da parte della Lega e della Regione più importante d’Italia, questo è il risultato non scontato della discussione di quest’anno sulla risoluzione europea. Un documento, per la verità, tenuto in gran considerazione solo dal Pd e dagli alleati di centrosinistra, perché è il contributo della Regione, come di ogni Regione, alla definizione del programma annuale della Commissione europea. Sono passati pochi anni da quando la Lega, e non solo lei, sosteneva tesi antieuropeiste e secessioniste (antica tentazione), mostrando senza pudore l’attrazione per lo Zar russo e per le democrazie illiberali dell’Est Europa. Oggi come allora il Partito Democratico è con l’Unione Europea e con i suoi valori di vera democrazia, di diritti per tutti e di giustizia sociale. Lo ha ribadito il capogruppo Fabio Pizzul nel suo intervento in Consiglio regionale, durante il quale ha chiesto all’Aula di ritirare una mozione che nel 2016 i leghisti fecero approvare per spingere il governo di allora a riconoscere la Crimea, appena conquistata manu militari dai russi, seppure sotto mentite spoglie, e di ritirare le conseguenti sanzioni economiche alla federazione russa. Quella mozione fu approvata in tre Regioni: Lombardia, Veneto e Liguria, sempre per mano leghista. In tutte e tre, nello stesso giorno, il Partito Democratico ne ha ottenuto con un voto ampio, se non unanime, l’annullamento (leggi il comunicato congiunto dei tre capigruppo).
Da qui, da questo nuovo clima, il voto favorevole del Pd alla risoluzione scritta dalla giunta regionale, come ha spiegato il capogruppo Pizzul nel suo intervento, mutuando dal discorso di insediamento come presidente del Parlamento europeo una bella frase di David Sassoli: “Non siamo un incidente della storia, ma i figli e i nipoti di coloro che sono riusciti a trovare l’antidoto a quella degenerazione nazionalistica che ha avvelenato la nostra storia”.
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