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Un operatore sanitario che si sposta da un’altra regione, un insegnante che viene assegnato a una scuola lombarda o una mamma o un papà stranieri che sono arrivati con i loro bambini di recente. La casistica dei genitori single che risiedono in Lombardia da meno di 5 anni è varia e qui risultano tutti esclusi dalla possibilità di ricevere la Dote Sport, il contributo destinato alle famiglie con reddito medio-basso per sostenere la pratica sportiva dei figli. Per questo, con un emendamento alla ‘seconda legge di revisione normativa ordinamentale’ che verrà discussa in commissione Sport la prossima settimana – mercoledì 10 novembre, nel tardo pomeriggio, dopo la seduta d’Aula sulla riforma della sanità lombarda – il gruppo regionale del Pd chiede di modificare un passaggio fondamentale dei requisiti del bando Dote sport.

“L’emendamento consentirebbe l’accesso a Dote sport alle famiglie monogenitoriali senza la barriera del vincolo di residenza dei 5 anni – spiega il consigliere Jacopo Scandella –. Attualmente, per le famiglie con due genitori basta che uno sia residente da almeno un lustro, cosa che mi sembra già assai discutibile. Con la presenza di un solo genitore, se non residente, la possibilità di accedere al contributo è completamente azzerata. Vorremmo, invece, che le maglie si allargassero, a maggior ragione dopo un periodo di socialità limitata, attività ricreative e sportive a singhiozzo: più soldi e meno vincoli per consentire, a tutti coloro che lo desiderano, di giocare, divertirsi e stare insieme facendo sport”.

“Anche con le recenti Olimpiadi – sottolinea Scandella – abbiamo visto che i talenti emergono trasversalmente. Perciò, dobbiamo puntare sull’incoraggiamento allo sport che deve essere per tutti, soprattutto per chi ha meno possibilità economiche. E deve avvenire senza discriminazioni legate alla natura della famiglia, monogenitoriale o bigenitoriale, né alle origini dei genitori del minore”.

“Non si tratta solo di dare una mano ai tanti ragazzi di origine straniera che, per altro, si stanno distinguendo anche nelle discipline sportive – conclude Scandella – Ci sono ragazzi minorenni che si spostano da altre regioni, per seguire il genitore che magari si muove per lavoro. Perché dovrebbe essere precluso loro di avere un sostegno economico per partecipare alle attività sportive?”.

Complessivamente, in base ai dati Istat 2020, in Lombardia si contano circa 440mila nuclei monogenitoriali. Un fenomeno fortemente femminilizzato: le madri sole risultano circa 354mila e i padri soli 85mila.

Milano, 5 novembre 2021

PD Regione Lombardia