Cittadini residenti a Milano città, in zone come Prato Centenaro e Isola, inviati a vaccinarsi a Pieve Emanuele, Binasco, San Donato Milanese. Persone che dal quartiere Giambellino sono state indirizzate a Iseo, in provincia di Brescia. E anche i residenti nei comuni di Città Metropolitana destinati a sedi in altre province, ad esempio da Gorgonzola a Lodi, pur avendo centri vaccinali vicini a casa. E si potrebbe continuare così all’infinito. Gli esempi, a Milano e Città Metropolitana, non mancano. Ormai è noto a tutti, anche a chi presiede, istituzionalmente, la campagna vaccinale, ma Paola Bocci, consigliera regionale del Pd, ha raccolto le testimonianze, le ha messe nero su bianco in una lettera indirizzata all’assessora al Welfare Moratti e al direttore dell’assessorato Pavesi. E ha depositato un’interrogazione a risposta scritta sempre all’assessora Moratti sull’argomento.
“L’elenco delle persone che a me si sono rivolte è ogni giorno più consistente e immagino che la direzione del settore sanità e le Ats di competenza, siano al corrente della situazione e possano verificarla”, scrive Bocci nella lettera.
Nell’interrogazione la consigliera Pd chiede di sapere “se e come Regione Lombardia si stia adoperando per rivedere le assegnazioni, sia per la prima dose, sia per il richiamo successivo, individuando punti vaccinali più prossimi al domicilio dei richiedenti. Inoltre, se e come Regione Lombardia intenda adoperarsi per vaccinare gli over80 non ancora in possesso di una prenotazione, sia autonomi, sia bisognosi di vaccinazione a domicilio”.
La preoccupazione, per Bocci, è che doversi recare “in sedi vaccinali a decine di chilometri e non agilmente raggiungibili con il trasporto pubblico, per molti anziani diventi un grave disagio, dopo che già hanno aspettato per settimane la possibilità di vaccinarsi. Il rischio che vi rinuncino per impossibilità è alto. Dobbiamo assolutamente scongiurarlo”.
Milano, 6 aprile 2021