Regione Lombardia investe 3 euro all’anno per ogni abitante in cultura. Dove per cultura si intendono dai libri ai musei, dal cinema agli spettacoli teatrali e musicali. E per contro, ogni famiglia lombarda spende, proprio in cultura, 163 euro al mese. Insomma, “se la Lombardia sta abbastanza bene rispetto ad altre regioni, potrebbe fare molto di più rispetto al numero di abitanti e per ribilanciare questo rapporto”, commenta Paola Bocci, consigliera regionale del Pd, componente della Commissione Cultura del consiglio regionale, che oggi ha moderato l’incontro per la presentazione del 14esimo Rapporto annuale 2018 Impresa Cultura di Federculture, sollecitato dal Gruppo regionale del Pd alla stessa Commissione. “Abbiamo vissuto un utile momento di confronto sullo stato dell’arte della nostra cultura e nel contempo, anche grazie alla presenza dell’assessore Galli, abbiamo potuto rivolgere, assieme ai partecipanti, una sollecitazione a Regione Lombardia a fare di più per la valorizzazione dei beni e delle politiche culturali”, aggiunge Bocci assieme al capogruppo Fabio Pizzul.
Eppure, “il settore è strategico ed è leva di sviluppo e motore di crescita economica e sociale per il Paese e per la Lombardia, che è una delle regioni dove la cultura genera maggiore ricchezza e lavoro, grazie soprattutto all’impegno di una città come Milano – fanno sapere Bocci e Pizzul –. Infatti, la spesa culturale è cresciuta, come emerge dal rapporto: in Lombardia, nel 2017, la spesa media mensile per famiglia è stata di 163 euro. E gli investimenti statali hanno registrato un incremento di risorse e un potenziamento degli strumenti a supporto della valorizzazione del patrimonio e delle attività culturali nei territori”.
Per contro, la prima regione italiana per numero di imprese culturali (31.643, fonte ‘Io sono cultura’ Symbola dati 2017) e per occupazione e valore aggiunto prodotto dalla cultura (circa 350mila occupati e oltre 24 miliardi, sempre fonte ‘Io sono cultura’ Symbola dati 2017), investe sul settore solo lo 0,09% del bilancio regionale totale: “Siamo a numeri ancora troppo modesti e inadeguati sia rispetto al bilancio regionale che rispetto alle possibilità di indotto economico che potrebbe generare – insistono gli esponenti Pd –. Per non parlare della potenzialità di incidere sulla crescita culturale e sociale della comunità di abitanti. Invece, gli investimenti non sono competitivi se guardiamo al rapporto risorse pro capite, o rispetto ad altre regioni italiane, come le Marche e il Lazio, ad esempio, dove gli investimenti percentuali in cultura non sono a cifre decimali. Ma soprattutto rispetto alle aree europee dove sono traino economico dei rispettivi Paesi”.
Le carenze sono evidenti: “Si investe troppo poco sulla valorizzazione del patrimonio, sul sostegno ai musei, alle biblioteche, agli archivi, ai complessi monumentali, alle aree archeologiche, agli istituti culturali e allo spettacolo dal vivo – sottolineano Bocci e Pizzul –. In particolare, servono interventi costanti e adeguati per la promozione della lettura e Regione Lombardia deve mettere in campo tutti gli strumenti progettuali ed economici per sostenere le infrastrutture come le biblioteche e le loro reti sul territorio”.
Dall’incontro di oggi è emerso chiaro che “la cultura crea valore, non è una spesa che ‘grava sull’assessorato’. È un investimento economico, ha un effetto moltiplicatore sull’economia locale, è un fattore di crescita sociale, produce lavoro e benessere: il 76% della popolazione italiana ritiene che la cultura migliori la qualità della vita, ma solo il 48% dei lombardi legge almeno un libro all’anno. L’istituzione pubblica deve avere ben presente la sua funzione sociale ed esercitarla fin in fondo mettendo a disposizione risorse adeguate, senza demandarne al privato la gestione, perché compito del pubblico è garantire a tutti la possibilità di accedere a proposte e luoghi della cultura”, concludono i consiglieri dem.
Milano, 6 marzo 2018