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A un anno dalla partenza del modello lombardo di cura dei malati cronici i numeri continuano ad essere sconfortanti.

La “presa in carico” da parte dei cosiddetti “gestori” non arriva al 10% degli oltre tre milioni di pazienti individuati dalla Regione, ben lungi dalle previsioni dell’assessorato al welfare che aveva previsto che avrebbero aderito in un milione. A fine marzo siamo fermi a 223mila, il 7,3% del totale. Fa un po’ meglio la Brianza, intesa come ATS, con il 14,8%, e malissimo Pavia e Milano, rispettivamente con il 2,2 e il 3,8%. Un dato significativo che può dare una parte di spiegazione del fallimento della misura è l’adesione dei medici di medicina generale, ovvero i medici di famiglia, a questa formula: a Milano e Pavia hanno deciso di prestarsi un terzo dei professionisti, mentre nell’ATS Valpadana (Cremona e Mantova) lo ha fatto il 79% e il 72% nelle ATS della Brianza e della Montagna. Il problema non è quindi solo la ritrosia dei medici di famiglia, a cui l’assessorato ha appena annunciato di voler destinare 25 milioni di euro per ricompensarli del lavoro in più: è proprio il modello ad avere delle falle. Il fatto è che i cronici dovrebbero trovare risposte nei Presst, i presidi socio sanitari territoriali, che nella riforma di Maroni dovevano essere dedicati proprio a questo scopo. Ma non ci sono, e con la presa in carico si sposta il centro di offerta sanitaria ancora sugli ospedali maggiori.

Lo spiega bene Antonella Forattini: “Il fallimento della riforma del metodo di cura dei pazienti cronici è conclamato dai numeri, e i tentativi della giunta regionale di invertire la tendenza non stanno portando e non porteranno ai risultati annunciati quando fu lanciata la misura, più di un anno fa. Bisogna prendere atto che i grandi ospedali non sono il luogo della presa in carico di tutti i malati cronici, ma solo di quelli con le patologie più gravi e che le risposte per gli altri devono venire dalla medicina di territorio. È necessario garantire, almeno a quella piccola percentuale di lombardi che hanno aderito, il percorso per il quale hanno sottoscritto un piano di cura perché fino ad oggi non hanno ottenuto alcun beneficio. Altrimenti finirà tutto in un grande spreco di tempo e di soldi pubblici”.

 

ANDAMENTO DELLA PRESA IN CARICO DEI PAZIENTI CRONICI A MARZO 2019
Ats Medici di medicina generale aderenti Pazienti cronici destinatari della lettera di Regione Lombardia Pazienti cronici che hanno siglato il Piano di assistenza individuale (PAI) % Pazienti cronici che hanno aderito alla presa in carico

(pai/n. lettere)

Milano 32% 1.038.426 39.093 3,8%
Insubria 45% 433.496 49.787 11,5%
Montagna 72% 104.351 13.976 13,4%
Bergamo 57% 320.604 25.467 7,9%
Brianza 72% 373.174 55.083 14,8%
Valpadana 79% 255.683 19.911 7,8%
Pavia 32% 180.978 3.952 2,2%
Brescia 52% 350.807 15.959 4,5%
TOT 3.057.519 223.228 7,3%

 

RedazioneNovitàSettegiorniPD

PD Regione Lombardia