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Palazzo Lombardia avanza le sue proposte per la soluzione dei problemi di viabilità tra Cremona e Mantova.
In una riunione tenutasi martedì a Palazzo Pirelli con il presidente Fontana, gli assessori Terzi, Caparini e Cattaneo e con i rappresentanti dei comuni interessati, a partire dai due capoluoghi, sono stati presentati quattro scenari.
Il primo: la realizzazione dell’autostrada Cremona Mantova proseguendo con l’attuale concessionaria, Stradivaria, a fronte di un contributo pubblico di 500 milioni di euro. Ipotesi già indicata come non perseguibile, per ragioni economiche e di bancabilità dell’opera.
La seconda, anch’essa poco realistica, è l’indizione di una nuova gara per affidare la realizzazione dell’autostrada a un nuovo soggetto, con l’impegno della Regione sempre di 500 milioni. Valgono i limiti del primo scenario. Seguono due proposte con maggiori chances. La Regione, con un impegno finanziario di 750 milioni, affiderebbe la realizzazione dell’autostrada a una partecipata, come Infrastrutture Lombarde Spa oppure CAL. La Regione intenderebbe così tenere pedaggi più bassi rispetto ai casi in cui l’arteria autostradale fosse realizzata con fondi privati, e al contempo rientrare gradualmente dalla spesa effettuata. L’ultimo scenario, nel caso in cui la realizzazione dell’autostrada non avesse sostenibilità finanziaria per i pedaggi che sarebbe in grado di produrre, è la riqualificazione e raddoppio della strada attuale, ex strada statale 10. In questo caso, si stima un costo tra 700 e 800 milioni a cui vanno aggiunti 1,2 milioni l’anno per la manutenzione. Qualora la strada passasse nuovamente ad Anas, l’investimento andrebbe a carico, almeno in parte, della società statale. I due ultimi scenari hanno come ipotesi di fine lavori il 2026.
“Dopo più di 15 anni di promesse le risposte dalla Regione cominciamo ad arrivare – hanno dichiarato i consiglieri Pd del territorio, Matteo Piloni e Antonella Forattini -. Prendiamo atto dell’impegno che il Presidente Fontana si è preso, a patto che i tempi siano davvero rispettati. L’orizzonte indicato è il 2026 e non sarà facile centrare l’obiettivo in tempi così brevi, ma il nostro territorio non può attendere oltre. Abbiamo due scenari credibili su cui il territorio potrà esprimersi, valutando tutti gli aspetti, a partire dalle diverse ricadute che comportano. Ma insieme a questo progetto, si devono soprattutto portare avanti con determinazione anche i lavori per le linee ferroviarie, come il raddoppio della Cremona-Mantova, il piano di abbattimento dei passaggi a livello e la riqualificazione delle stazioni”.

PD Regione Lombardia