Il gruppo consiliare del Pd ha presentato una interrogazione alla giunta lombarda per avere un chiarimento scritto e urgente su diverse questioni relative alla gestione dell’emergenza Covid-19.
“Abbiamo chiesto all’assessore Gallera innanzitutto come si intenda potenziare le Unità Speciali di Continuità Assistenziale, con quale dotazione di personale e con quali tempi – spiega il consigliere Matteo Piloni -. Nella nostra provincia, proprio in questi giorni, si stanno avviando due unità: una nel cremonese e una nel cremasco. Ed è una buona notizia. E’ necessario, però, dotare il personale dei dispositivi necessari e avviare queste unità in tutta la regione per intraprendere un’efficace azione di contenimento, attraverso la gestione domiciliare dei pazienti Covid-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero”.
“Poi vorremmo sapere come si intende rispondere alla richiesta dei medici di medicina generale di sottoporre a tamponi i propri assistiti, valutatone il bisogno – prosegue Piloni – quali azioni si sono messe in campo per potenziare la capacità dei laboratori di processare i campioni e a quando il coinvolgimento di tutti i laboratori privati. L’obiettivo deve essere quello di poter fare i tamponi a tutto il personale socio-sanitario, degli ospedali e delle Rsa, a chi presenta sintomi non gravi, ai contatti delle persone positive e sulle aree a rischio”.
“Infine, vogliamo sapere quanti sono i sanitari in arrivo dalle altre nazioni e regioni d’Italia, quali sono i tempi e i presidi ospedalieri di assegnazione. Ad esempio a Cremona e Crema sono stati annunciati 25 infermieri e 12 medici per entrambi gli ospedali. Quando arriveranno? E quanti sono i pazienti affetti da nuovo Coronavirus che sono stati trasferiti nelle regioni Veneto e Piemonte e quali accordi si sono sottoscritti con le stesse per l’utilizzo di posti letto nelle proprie strutture, in particolare nei reparti di terapia intensiva?”
Piloni affronta infine un problema che sta diventando sempre più rilevante e preoccupante: la carenza di bombole d’ossigeno che le farmacie, e non solo, faticano a reperire.
“Non si tratta dell’ossigeno in sé, quanto dei contenitori – specifica il consigliere – Si tratta di una situazione estremamente importante e delicata. L’ Ats sta facendo il possibile per recuperarle, telefonando alle singole aziende, ma non può essere lasciata sola. Così come le farmacie e i medici di base. La Regione deve coordinare questa ricerca, chiedendo ai privati, così come ai dentisti e ai veterinari, un aiuto e rafforzando tutto ciò che serve per l’assistenza domiciliare. Una necessità che riguarda non solo i pazienti colpiti da Covid, ma tutti i pazienti con altre patologie che necessitano dell’assistenza respiratoria domiciliare”.
Milano, 31 marzo 2020