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La commissione d’inchiesta sul Covid ha incontrato un muro da parte della maggioranza, ma ha comunque potuto completare un lavoro che ha permesso di mettere in luce problemi evidenti nella sanità regionale, soprattutto territoriale, e nella linea di comando di quei mesi. Lo sostengono le forze di opposizione, firmatarie della relazione di minoranza portata in Aula nella seduta odierna.
“L’atteggiamento del centrodestra non è mai cambiato. Hanno fatto tutto giusto e rifarebbero tutto uguale. È incredibile – dichiara il consigliere del Pd Jacopo Scandella -. Questa chiusura e questa arroganza, insieme alla mancanza di migliaia di documenti che colpevolmente non sono stati forniti, non hanno permesso alla commissione d’inchiesta di rispondere fino in fondo alla domanda di verità e giustizia che veniva dalle persone. Sono però emersi tutti gli elementi critici del sistema sanitario che la politica regionale può e deve affrontare.”

«Purtroppo la Commissione d’inchiesta non è servita – dichiara Marco Fumagalli (M5S) – perché Regione Lombardia ha confermato di non aver imparato nulla. Approvando una riforma del sistema sanitario regionale, la Fontana-Moratti, che promuove ancora il modello del “si salvi chi può (permetterselo)”, trasformando la salute in un business, favorendo i profitti privati e smantellando la sanità territoriale. Un modello che ripercorre gli stessi errori, per effetto dei quali la nostra regione e i suoi cittadini hanno pagato alla pandemia il tributo più tragico di tutta Europa»

Per Michele Usuelli, Più Europa / Radicali: “i risultati della commissione e gli atti depositati, ora pubblici restituiscono ai cittadini, ai giornalisti e ai politici elementi di valutazione importanti per comprendere i cortocircuiti che si sono verificati nella gestione delle politiche sanitarie in Lombardia. Ora il nostro impegno deve essere quello di comunicarli ai cittadini, che hanno diritto di conoscere le ragioni di ciò che è avvenuto. Chiedo inoltre che siano resi pubblici anche i verbali degli eletti, auditi in commissione.”

“Dopo diversi mesi da quei terribili momenti pare del tutto evidente quanto Regione Lombardia, impreparata e non in grado di gestire un evento di tale portata si sia del tutto paralizzata. Stiamo parlando di mancanze dal punto di vista tecnico, logistico e decisionale – dichiara il consigliere bergamasco di Azione Niccolò Carretta – che hanno fatto emergere problemi latenti che sono esplosi tutti insieme e hanno provocato effetti che oggi sono vere e proprie cicatrici nelle vite di tutti noi: purtroppo e nonostante tutto, continuiamo a vedere grandissima resistenza alle proposte di riforma alla macchina vecchia e lenta, che gestisce la sanità e non solo in Regione Lombardia. Certo ci sono responsabilità anche del governo Conte, ma la difesa d’ufficio della maggioranza di Fontana e Gallera fa acqua da tutte le parti.”

Così dichiara Elisabetta Strada, dei Lombardi Civici Europeisti: “Il lavoro di analisi e approfondimento della Commissione di Inchiesta, riassunto nelle relazioni conclusive presentate oggi in aula, deve essere utile per imparare dagli errori e iniziare a programmare il futuro, soprattutto per far fronte alla carenza di personale in ogni ambito: mancano medici, specialisti, infermieri, educatori e non solo. Occorre investire sulle risorse umane! Questa la sollecitazione che ho voluto portare in aula con il mio intervento e con un ordine del giorno”.

Milano, 12 aprile 2022

PD Regione Lombardia